Meteo e climaFaggete: riprese rapidamente da siccità del 2008
ns, ats
16.12.2020 - 15:21
Le faggete del nord delle Alpi si sono riprese rapidamente dall'estate siccitosa del 2018, indica uno studio dell'istituto WSL.
Anche se i danni alle foreste per il caldo e l'assenza di acqua risultano solo temporanei, i ricercatori mettono in guardia dagli effetti di periodi secchi sulla capacità dei boschi di assorbire il CO2, il principale gas ad effetto serra.
Grazie a indagini di lungo corso, l'Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL) può fornire, a neppure due anni dall'episodio siccitoso, dati precisi sulla vitalità del faggio a nord delle Alpi. I risultati del lavoro, condotto con il Politecnico federale di Zurigo (ETH), sono stati pubblicati sulla rivista specializzata Ecological Indicators, indica un comunicato diramato oggi dall'ente con sede a Birmensdorf (ZH).
Nei boschi svizzeri esiste da oltre 35 anni una rete fissa di oltre 6000 aree di controllo nell'ambito dell'Inventario forestale nazionale (IFN). Ancora prima dell'ondata di siccità che ha colpito l'Europa centrale sin dalla tarda primavera del 2018, i ricercatori del WSL, in collaborazione con l'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM), avevano iniziato i rilevamenti per il quinto IFN.
Alla fine di maggio il WSL aveva già misurato vari parametri (trasparenza della chioma, colorazione delle foglie e accrescimento del diametro dei tronchi) dei boschi di faggio in 75 aree della Svizzera tedesca e romanda. I ricercatori ne hanno approfittato per analizzare di nuovo queste aree a fine estate 2018 e poi anche in quella del 2019, per stabilire come i 271 faggi lì presenti avevano reagito alla siccità.
La siccità ha ridotto la vitalità dei faggi...
Durante le misure svolte nell'estate inoltrata del 2018 è emerso che i faggi con foglie imbrunite e chiome diradate erano molto più numerosi rispetto alle osservazioni pluriennali. Rispetto alla media degli anni 2010-2017, la crescita del fusto nel 2018 è stata nettamente inferiore in tutte le 75 aree.
Grazie alle favorevoli condizioni meteorologiche del 2019, le condizioni di molti alberi presi in esame sono di nuovo migliorate. La crescita nell'anno 2019 è stata nettamente maggiore rispetto al 2018 e addirittura superiore della media del periodo 2010-2017.
... ripresisi però rapidamente
Lo studio dimostra la rapida reazione dei faggi: «gli effetti di questo tempo caldo e siccitoso sono stati, almeno per il momento, solo temporanei», si legge nella nota.
Nel caso le precipitazioni e le temperature estive dovessero cambiare a causa del riscaldamento globale, sarà inevitabile un impatto sulla salute, sulla funzionalità e sulla crescita dei boschi. E se le foreste producono meno legno del solito a causa della siccità, saranno in grado di assorbire meno CO2, avverte il WSL.