È morto all'età di 88 anni Terence Conran, fondatore della catena di arredamento Habitat e del Museo del Design di Londra.
Conran si è spento «pacificamente» nella tenuta di Barton Court, il suo ritiro nella campagna inglese, ha annunciato la famiglia del designer, ma anche imprenditore, filantropo e ristoratore che attraverso una serie di carriere parallele ha rivoluzionato la vita quotidiana in Gran Bretagna e oltre.
La fondazione del Museo del Design nel 1989 – per lui il massimo motivo di orgoglio e che di recente gli ha dedicato una mostra nella nuova sede di Kensington – aveva fatto seguito a un innovativo inizio alla Boilerhouse, nelle cantine del Victoria and Albert. «La sua energia e creatività trovava spazio nei suoi negozi, ristoranti, bar, caffè e hotel e attraverso i prodotti di design e di arredamento», ha ricordato la famiglia.
Designer o uomo d'affari? Per Ian Schrager, albergatore e fondatore di Studio 54, l'influenza di Conran è stata paragonabile a quella di Andy Warhol negli Usa. Pioniere della «cool Britannia»: secondo Thomas Heatherwick, il designer che ha firmato il Vessel agli Hudson Yards di New York, è stato «uno dei pochi visionari che hanno spinto in avanti il Regno Unito trasformandolo in una forza di influenza nel mondo».
Conran è stato un po' Charles e Ray Eames e un po' Martha Stewart per la missione di popolarizzare il buon cibo, i begli oggetti ma anche la praticità. Laburista convinto, tra i suoi ultimi gesti c'è stata la lettera aperta al «Times» con altri intellettuali per chiedere un secondo referendum sulla Brexit.
Influencer anzitempo, è stato un motore culturale e estetico da quando nel 1964 aprì il primo negozio Habitat a Londra: emporio di oggetti per la casa che contribuì, complici i Beatles, Mary Quant, Vidal Sasson, e la pillola, a togliere le ragnatele dalla società britannica del dopoguerra.
Habitat, a cui nel 1973 si affiancò Conran, diventò poi una catena e c'è chi sostiene che rivoluzionò radicalmente il modo di fare shopping, rendendo il design accessibile alle masse decenni prima di Design Within Reach e perfino di Ikea.
Sir Terence era partito con uno studio di design di mobili con il suo mentore, l'artista scozzese di origine italiana Eduardo Paolozzi, e fu l'inizio di una travolgente ascesa: negli anni fece conoscere ai londinesi l'espresso (il suo Soup Kitchen a Chandos Place, aperto nel 1953, ospitò la seconda Gaggia di Londra), disegnò la boutique di Mary Quant che a sua volta firmò le uniformi per lo staff di Habitat le cui acconciature erano opera di Sassoon, aprì oltre 50 ristoranti che contribuirono a trasformare l'immagine della cucina inglese oltre lo «shepherd's pie» e i «fish and chips».
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