Epidemia e alcol Grappino per uccidere il coronavirus?

ATS

30.3.2020 - 09:10

Gerhard Schröder beve uno schnaps, durante una visita a una miniera: correva il 1995 e tre anni dopo sarebbe diventato cancelliere tedesco.
Gerhard Schröder beve uno schnaps, durante una visita a una miniera: correva il 1995 e tre anni dopo sarebbe diventato cancelliere tedesco.
Source: KEYSTONE/EPA DPA/TSCHAUNER

Bere superalcolici, magari un grappino, per combattere il coronavirus? L'idea di per sé non è balzana, dice l'esperto, ma occorre comunque fare attenzione.

Alcuni giorni or sono – hanno riferito nel fine settimane le testate di CH media – il virologo tedesco Jürgen Rissland, rispondendo in una trasmissione televisiva della SWR a una domanda del pubblico, aveva affermato che i virus non amano l'alcol e che bere superalcolici, in questo senso, certo non fa male.

«Più ad alta gradazione sono, meglio è». Per coloro a cui piace bere whisky non è da considerare un brutto metodo per far fronte alla situazione, aveva detto.

Stadler: «Meglio che affidarsi alla medicina alternativa»

I cronisti di CH Media hanno chiesto al noto immunologo svizzero Beda Stadler (che Bluewin ha intervistato nell'aprile del 2019 sul tema dei vaccini in generale) di prendere posizione sul tema e l'interessato conferma. Bere alcol nell'ambito della profilassi contro il coronavirus non è l'idea più stupida che si può avere, afferma Stadler. «Meglio che affidarsi alla dubbia medicina alternativa».

È vero che l'alcol distrugge i virus: d'altronde è da molti anni noto come disinfettante naturale. Altro vantaggio: «quando si ha la tosse, i virus che si trovano nel muco e che vengono scaricati nell'esofago con l'alcol arrivano meno ai polmoni».

Nessuna prova scientifica

Stadler si affretta comunque a precisare che, malgrado non si possa negare un effetto, non esistono ancora studi scientificamente validi sulla connessione tra alcol e virus.

E lo specialista si dice ben lontano dal voler propagare il consumo di alcolici. «Diciamo che ora tutti quelli che si bevono volentieri un bicchierino di acquavite hanno una scusa meravigliosa». Occorre sempre rimanere ragionevoli, mette in guardia l'esperto.

Che non tutti, in tempi di isolamento, riescono a farlo è testimoniato da Philipp Hadorn, presidente della Croce Blu svizzera, organizzazione impegnata sul fronte dell'alcol e di altre dipendenze. Sono aumentate le chiamate di chi si interroga sul suo consumo, ha spiegato Hadorn alle testate CH Media.

Prevenire la violenza domestica

Il tema è da mettere inoltre in correlazione con la violenza domestica. A Nuuk, capitale della Groenlandia, le autorità hanno vietato la vendita di alcolici proprio perché temono maggiori violenze fra le mura di casa.

Un passo che sarebbe possibile anche in Svizzera? Per Hadorn si tratta di una misura drastica e a suo avviso sarebbe meglio aumentare la consapevolezza della persone.

Ma una proibizione non si può totalmente escludere. «Nelle ultime settimane il Consiglio federale ha adottato diverse misure che un paio di mesi fa ritenevamo impossibili», fa notare.

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