Giornalismo Il Guardian vende l'Observer, il più antico domenicale al mondo

SDA

17.9.2024 - 16:51

Il periodico britannico The Observer, edito dallo stesso gruppo del Guardian, è il più antico giornale domenicale del mondo. Il suo primo numero risale al 4 dicembre 1791. (Foto archivio)
Il periodico britannico The Observer, edito dallo stesso gruppo del Guardian, è il più antico giornale domenicale del mondo. Il suo primo numero risale al 4 dicembre 1791. (Foto archivio)
Keystone

Il Guardian ha formalizzato la decisione di mettere in vendita l'Observer, sua edizione della domenica dalla metà degli anni '90, nonché storica testata che si fregia del titolo di «più antico giornale domenicale del mondo».

Keystone-SDA

L'annuncio è stato fatto dal gruppo editoriale omonimo GMG (Guardian Media Group) che ne aveva acquisito la proprietà circa 30 anni or sono, unificando due delle testate-simbolo del giornalismo d'opinione britannico d'impronta progressista o liberal.

Spinto dalla complessiva crisi dei media tradizionali, il gruppo che edita il Guardian – giornale già ampiamente rafforzato negli anni nella dimensione online rispetto a quella cartacea e pioniere di progetti d'internazionalizzazione sfociati nella creazione di un'edizione USA parallela a quella britannica – ha annunciato inoltre l'intenzione di cedere Tortoise Media, sito internet d'informazione e approfondimenti d'attualità acquisito nel 2019. Non sono state indicate per ora le cifre potenziali che si conta d'incassare dalla doppia cessione, né ipotetici acquirenti.

L'ennesimo progetto di ristrutturazione

Si tratta dell'ennesimo progetto di ristrutturazione e ridimensionamento nel settore dei giornali britannici (soggetti a una crisi di tirature comune a tutto il mercato globale del cartaceo, seppure con numeri di lettori tuttora decisamente superiori e più resistenti rispetto ad altri Paesi).

Preceduto già diversi anni fa da operazioni come il passaggio del Times e del Sunday Times sotto il controllo del colosso mediatico che fa capo allo squalo australiano Rupert Murdoch.

O, più di recente, dall'annuncio della vendita per debiti del Telegraph e del Sunday Telegrah (corrispettivi del Guardian d'orientamento conservatore), messi sul mercato assieme al settimanale Spectator dalla proprietà di famiglia dei fratelli Barclay, miliardari britannici entrati nel mondo dell'editoria una trentina di anni fa, e presi poi di mira da cordate comprendenti investitori stranieri quali il fondo d'investimento americano RedBird Capital.

Fondato nel lontano 1791

L'annuncio è stato ripreso dal sito dello stesso Guardian, che precisa come «negoziati formali» per la cessione «potenziale» dell'Observer siano in corso con Tortoise Media: sul piatto c'è al momento «un'offerta sufficientemente importante» da meritare di essere valutata per «preservare il futuro» della testata principale del gruppo, ossia il Guardian

L'obiettivo dichiarato da Anne Bateson, direttrice generale di GMG, è quello di snellire l'azienda per «concentrarsi su una strategia di crescita» mirata a far diventare il Guardian «ancora più internazionale, più digitale e sempre più finanziato dai suoi lettori».

Fondato nel lontano 1791, The Observer era stato acquisito e accorpato a The Guardian come suo supplemento domenicale nel 1993. Mentre Tortoise Media è una pubblicazione digitale creata 5 anni fa da un ex giornalista di primo piano della BBC e da un ex ambasciatore statunitense nel Regno Unito.

Proprio oggi GMG ha reso noti i suoi dati d'esercizio annuali, indicando una crescita dell'8% (fino a 88,2 milioni di sterline, circa 98,43 milioni di franchi al cambio attuale) delle entrate garantite dai lettori paganti dell'edizione online, per il 56% non britannici; ma anche un calo del fatturato complessivo del 2,5%, fino a 257,8 milioni di sterline, le cui cause sono attribuite a «un rallentamento del mercato pubblicitario e alle pressioni strutturali che ormai pesano sulla stampa cartacea».