Ricerca In caffè sveglia il tessuto che brucia i grassi

ATS

24.6.2019 - 17:54

All'interno del caffè potrebbe nascondersi una sostanza capace di attivare il tessuto che brucia i grassi, cioè il tessuto adiposo bruno che brucia le calorie (foto simbolica)
All'interno del caffè potrebbe nascondersi una sostanza capace di attivare il tessuto che brucia i grassi, cioè il tessuto adiposo bruno che brucia le calorie (foto simbolica)
Source: KEYSTONE/EPA/LUONG THAI LINH

All'interno del caffè potrebbe nascondersi una sostanza capace di attivare il tessuto che brucia i grassi, cioè il tessuto adiposo bruno che brucia le calorie.

Il probabile candidato è la caffeina, ma sono necessarie altre ricerche per individuare la dose precisa per ottenere l'efficacia della sostanza e l'eventuale associazione con altre molecole.

È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports dal gruppo dell'Università britannica di Nottingham, coordinato da Michael Symonds.

Lo studio

Lo studio è basato sull'analisi dell'effetto di sostanze come la caffeina su cellule staminali in grado di trasformarsi in cellule del tessuto adiposo bruno. E, inoltre, sull'utilizzo di tecniche di diagnostica per immagini che permettono di visualizzare, attraverso camere termiche, la posizione e l'attività del tessuto stesso.

Il tessuto adiposo bruno, considerato inizialmente una caratteristica solo dei bambini e dei mammiferi che vanno in letargo è, invece, presente anche negli adulti. Dove, sottolineano gli autori della ricerca, ha l'importante ruolo di riscaldare l'organismo bruciando calorie in risposta al freddo.

Un'arma contro obesità e diabete

«Finora non era mai stato scoperto un modo efficace per stimolare l'attività del tessuto adiposo bruno. È la prima volta che osserviamo, grazie al caffè, un effetto diretto su questo tessuto», ha spiegato Symonds.

Secondo gli esperti, «nel caffè si nasconde quindi una sostanza simile alla caffeina che, da sola o insieme a quest'ultima, facilita il funzionamento di questo tessuto. Un'arma – ha concluso – che potrebbe rivelarsi utile a contrastare l'obesità e alcune forme di diabete».

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