SenegalIl Parco Nazionale di Niokolo-Koba rimosso dalla lista del Patrimonio Mondiale in Pericolo
SDA
25.7.2024 - 11:16
Il Comitato del Patrimonio Mondiale dell'Unesco ha deciso di rimuovere il Parco Nazionale di Niokolo-Koba, in Senegal, dalla Lista del Patrimonio Mondiale in Pericolo.
Keystone-SDA
25.07.2024, 11:16
25.07.2024, 11:26
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Questo avviene «in considerazione degli sforzi incoraggianti compiuti dal paese africano e del miglioramento dello stato di conservazione di questo sito naturale».
Iscritto nel 1981 nella lista del patrimonio mondiale per la sua biodiversità e gli eccezionali ecosistemi, il Parco Niokolo-Koba, con una superficie di 9130 kmq, è situato nel Senegal sud-orientale, al confine con la Guinea, in prossimità della confluenza tra il fiume Gambia e il suo affluente Niokolo Koba, in una zona di grande importanza paesaggistica, con una ricca fauna selvatica: l'alce Derby (la più grande antilope), scimpanzé, leoni, leopardi, elefanti e un gran numero di uccelli, rettili e anfibi.
A causa della progettazione nell'area di una diga, l'estrazione del basalto e l'impoverimento della fauna per il bracconaggio praticato con armi pesanti, il parco ha subito gravi danni che hanno portato il Comitato del Patrimonio Mondiale a iscriverlo nel 2007 nella Lista del Patrimonio Mondiale in Pericolo. L'iscrizione, che dà diritto ad un sostegno tecnico e finanziario da parte dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (Unesco), ha permesso al Senegal di attuare un piano d'azione che ha previsto il monitoraggio delle specie rare, lo stanziamento di notevoli risorse per la sorveglianza del sito per combattere il bracconaggio e la ricerca illegale dell'oro, nonché per organizzare meglio la transumanza del bestiame.
È stato inoltre predisposto un sistema di controllo dell'inquinamento minerario, con l'installazione di apparecchiature per l'analisi dell'acqua e del suolo. Il recupero del parco, ha dichiarato la direttrice generale dell'Unesco, Audrey Azoulay, «dimostra che l'azione collettiva a favore del patrimonio africano sta dando i suoi frutti».