Proteste Israele ancora in piazza, in 200.000 a Tel Aviv

SDA

1.4.2023 - 21:40

La polizia usa cannoni ad acqua per disperdere i manifestanti.
La polizia usa cannoni ad acqua per disperdere i manifestanti.
Keystone

La protesta in Israele continua, non si fida del premier Benyamin Netanyahu e della sua decisione di imporre una pausa parlamentare alla riforma giudiziaria.

Nonostante la mossa e le trattative in corso tra le parti, decine di migliaia di persone hanno manifestato oggi in 150 luoghi del Paese per la 13/a settimana consecutiva.

Solo a Tel Aviv stime degli organizzatori hanno riferito di circa 230mila persone: una fiumana di gente che si è raccolta lungo la via Kaplan (a ridosso del ministero della difesa) al grido oramai consueto di 'Democrazia, democrazia', 'Vergogna, vergogna' e 'Non finiremo come la Polonia', che ha accompagnato la richiesta di un ritiro totale della legge.

Prima un corteo chiassoso e variopinto ha percorso il lungo viale Rothschild, in pieno centro cittadino, per poi confluire nel grosso della dimostrazione. A fianco delle migliaia di bandiere israeliane, questa volta molte quelle Usa, a testimoniare un richiamo alla posizione del presidente Joe Biden di critica alla riforma.

Cartelli e slogan contro i politici 

Cartelli e slogan hanno preso di mira il premier, il ministro della giustizia Yariv Levin (uno degli architetti della riforma) e il ministro della Sicurezza nazionale e leader di estrema destra Itamar Ben Gvir.

A lui è stata dedicata una parodia della 'sua' Guardia nazionale (circa 2mila uomini) a cui domani il governo potrebbe dare il via: uomini vestiti in uniforme militare nera ha sfilato mimando il passo dell'oca tra i fischi dei manifestanti. A loro hanno fatto contraltare le ormai consuete 'Ancelle', decine di donne vestite di rosso che si richiamano alla scrittrice Margareth Atwood.

Tre arresti

La dimostrazione – che ha visto 3 arresti da parte della polizia e l'intervento degli agenti per bloccare un gruppo di destra che voleva entrare a contatto con i manifestanti opposti – ha avuto inizio come sempre al canto dell''Hatikva', l'inno nazionale.

Sul palco si sono avvicendati gli oratori e tra questi il cugino del premier, il professore Nathan Netanyahu, figlio di una giudice: «da uomo di destra, del Likud, devo mettere in guardia – ha detto – dai pericoli della riforma». In piazza tra la gente il capo dell'opposizione Yair Lapid.

Proteste anche in altre città

Proteste anche a Haifa – dove secondo i media si è svolta una robusta dimostrazione – e a Gerusalemme nei pressi della residenza del premier. Ma anche a Raanana, a Rehovot. «

Chiunque legga i comunicati del ministro della giustizia Yariv Levin e di altri funzionari comprende subito – hanno denunciato gli esponenti della protesta – che sfortunatamente non vogliono raggiungere larghe intese ma solo guadagnare tempo in modo da danneggiare le dimostrazioni». I media riportano anche scetticismo sulle trattative in corso sotto l'egida del presidente Isaac Herzog.