Nessuna irregolarità? Il neo ministro della cultura italiano supera l'ultimo esame, proteste alla Sapienza

SDA / pab

30.9.2024 - 16:48

Il ministro della cultura italiano Alessandro Giuli
Il ministro della cultura italiano Alessandro Giuli
Keystone

Trenta. Il ministro della Cultura italiano Alessandro Giuli, che ha preso da poco il posto di Gennaro Sangiuliano, travolto da uno scandalo a tinte rosa, ha superato con il massimo dei voti (ma senza lode) l'ultimo esame della sua carriera di studente di Filosofia all'università La Sapienza di Roma.

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  • Il ministro della Cultura italiano Alessandro Giuli ha superato con il massimo dei voti, ossia 30, ma senza lode, l'ultimo esame della sua carriera di studente di Filosofia all'università La Sapienza di Roma.
  • Il 49enne è stato visto arrivare con la solita auto ministeriale alle otto in punto, per poi entrare nella facoltà di Lettere dell'ateneo.
  • Giuli ha preso da poco il posto di Gennaro Sangiuliano, travolto da uno scandalo a tinte rosa.

«È andato benissimo – ha annunciato ai cronisti il professore Gaetano Lettieri, il docente con cui Giuli ha svolto la prova orale di "Teoria delle dottrine teologiche" – Il ministro era preparatissimo ma abbiamo anticipato per motivi di ordine pubblico l'esame alle 8: è durato una trentina di minuti e non posso che fargli i complimenti».

In effetti alle otto e mezza, quando la maggior parte dei giornalisti sono arrivati (l'appello era fissato alle 9, orario mantenuto soltanto per gli altri studenti), del ministro italiano non c'era più nemmeno l'ombra, anche se qualche agente in borghese sostava ancora davanti alla facoltà.

Giuli, 49 anni appena compiuti, è stato visto arrivare con la solita auto ministeriale alle otto in punto, per poi entrare nella facoltà di Lettere dell'ateneo.

Anche i membri dell'organizzazione giovanile comunista «Cambiare Rotta», che lo attendevano per una protesta annunciata da giorni – che è stata la probabile ragione dietro al cambio di orario – non l'hanno incrociato.

Non è avvenuto «niente di irregolare»?

Secondo Nicolas, uno studente che era al piano dello studio del professore quando il ministro è arrivato, «il corridoio era off limits» durante l'interrogazione e i membri dello staff «non facevano entrare» nessuno.

Un'affermazione smentita dalla preside della facoltà, Arianna Punzi, che ha sostenuto che l'esame «non era a porte chiuse»; non è avvenuto «niente di irregolare» ha chiarito.

Subito dopo, il professor Lettieri è uscito dall'ufficio, dove nel frattempo aveva cominciato a interrogare gli altri iscritti all'appello.

«Ci sono stati dei poliziotti per ovvi motivi di sicurezza – ha risposto – la porta era aperta, l'esame è stato limpido, le domande difficili, puntuali e Alessandro Giuli ha risposto con grande competenza».

Inoltre «c'erano altre due persone – ha spiegato ai cronisti – che non erano assistenti, io ho visto due studenti presenti» e la scelta dello spostamento d'orario, ha aggiunto, «è stata fatta da me».

Radici politiche legate a Meridiano Zero, i manifestanti: «Giuli lo bocciamo noi!»

A due giovani di «Cambiare Rotta», sopraggiunte per dichiarare il proprio dissenso rispetto alla presenza del ministro italiano in università, Lettieri ha detto di «ripassare gli articoli della Costituzione».

«Come garantisco la formazione di ogni singolo studente, così anche una persona che fa politica ha diritto a sostenere un esame – si è difeso –. Qualsiasi negazione di questo tipo è fascista e contraria alla Costituzione».

Con l'ormai quasi-laureato Giuli andato via da un'ora, una ventina di membri del collettivo ha comunque protestato sui gradini della sede di Lettere, davanti alla preside.

«È un insulto che proprio in questa facoltà, dove due studenti antifascisti sono stati uccisi, venga un ministro della Cultura con radici storiche e politiche legate a Meridiano Zero», ha detto al megafono un manifestante.

Tra le mani dei giovani, uno striscione con scritto «Giuli lo bocciamo noi! Bocciamo il fascismo e la cultura del precariato. Per una nuova cultura». E diversi cartelli: «Da Franceschini a (San)Giuli(ano) PD e fascisti contro la cultura», «Ieri Meridiano Zero oggi Med-Or. Basta fascisti e guerrafondai», «Mic e Mur ci vogliono precari». Due le bandiere: una di Cambiare Rotta, l'altra della Palestina.

Intanto, per Giuli il prossimo appuntamento in università dovrebbe essere a gennaio 2025. «Quando avrà finito la tesi e sarà presentabile e discutibile» si laureerà, ha dichiarato Lettieri, che è anche il suo relatore: «Il tema è Costantino».

Lo scandalo Sangiuliano - Boccia

Giova ricordare che Giuli è entrato in funzione in qualità di ministro della cultura solo il 6 settembre 2024, a seguito delle dimissioni di Gennaro Sangiuliano, travolto dal caso, a tinte rosa, Boccia.

A fine agosto 2024 l'influencer Maria Rosaria Boccia annuncia sui social di esser stata nominata «Consulente per i grandi eventi» del Ministero della cultura. L'allora ministro Sangiuliano smentisce.

L'imprenditrice in risposta pubblica foto che la ritraggono con Sangiuliano nel corso di incontri istituzionali e documenti riservati per dimostrare il suo incarico al ministero. Sostiene inoltre d'aver fatto diversi viaggi a spese del dicastero stesso.

Il 4 settembre, durante una lunga intervista - monologo al TG1, senza contraddittorio, Sangiuliano ha ammesso di aver intrapreso una relazione extraconiugale con Boccia e confermato di aver dapprima avviato l'iter per assumerla come consulente ministeriale, per poi interromperlo, ribadendo comunque di non aver mai fatto uso di soldi pubblici a vantaggio di lei.

Soli 24 giorni fa, il 6 settembre Sangiuliano rassegna le dimissioni per la seconda volta (una prima erano state rifiutate dalla premier Giorgia Meloni).

È stato sostituito, appunto da Alessandro Giuli.

Il 10 settembre la Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagini sulla vicenda e nove giorni dopo Sangiuliano denuncia Boccia per tentata estorsione e pressioni illecite. Alla donna sono stati sequestrati diversi oggetti, tra cui il cellulare.