Grandi predatori Italia: lupo, no agli abbattimenti controllati

ATS

2.4.2019 - 10:07

La presenza dei lupi sulle Alpi italiane è quasi triplicata in tre anni (foto simbolica d'archivio).
La presenza dei lupi sulle Alpi italiane è quasi triplicata in tre anni (foto simbolica d'archivio).
Source: KEYSTONE/EPA/FILIP SINGER

Il ministero dell'Ambiente italiano ha elaborato il nuovo «Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia» che non prevede le uccisioni, quegli «abbattimenti controllati» che erano previsti nel precedente piano del 2017, sospeso a causa di proteste.

Esclusa dunque la riapertura della caccia, mentre rimangono tutte le altre misure per permettere la convivenza fra lupi e bestiame.

Il nuovo piano, che sostituisce quello in vigore del 2002 ed è stato consegnato alla Conferenza Stato-Regioni per l'approvazione, prevede 22 azioni che puntano «alla conservazione» della biodiversità e a «minimizzare il suo impatto sulle attività dell'uomo». Fra gli interventi, a quanto si apprende, sono allo studio misure sperimentali sull'esempio di alcuni Paesi europei.

Il documento di 55 pagine aggiorna la stima della distribuzione della popolazione di lupo sulle Alpi, che è quasi triplicata in tre anni: nel periodo di campionamento 2017-2018, il numero minimo in ciascuna provincia è di 293 individui rispetto ai 100-130 del 2015.

In mancanza di una stima formale basata su un programma nazionale di censimento del lupo, si legge nel Piano, la popolazione appenninica è stata stimata attraverso un metodo deduttivo ed è pari a quella del 2015 cioè 1'580 animali in media, considerando tra un minimo di 1'070 e un massimo di 2'472.

In Italia, ricorda il Piano, è presente circa il 9-10% della consistenza del lupo a livello europeo (tolta la Russia) e il 17-18% a livello comunitario.

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