Una corrente d'aria calda e carica di umidità, che aveva tutte le caratteristiche per scatenare un normale temporale, ha trovato una barriera nei monti dell'Appennino ed è rimasta intrappolata: senza potersi allontanare, come accade di solito, il temporale ha cominciato a rigenerarsi ripetutamente per ore.
Le conseguenze delle alluvioni lampo causate dal fiume Misa a causa di una bomba di pioggia notturna a Senigallia, provincia di Ancona.
Acqua e fango hanno invaso le strade di tutta la provincia.
Almeno 9 persone hanno perso la vita a causa del maltempo.
Ci vorranno giorni, se non settimane, per ripristinare la situazione.
Un mucchio di rami nelle strade di Senigallia.
In lontananza si vede anche un'auto sommersa.
Alcune persone, tra il fango, aprono i loro negozi.
Un appartamento di Senigallia allagato.
Vigili del fuoco spingono un gommone attraverso una strada allagata per salvare le persone dalle case.
Anche a Pianello di Ostra, in provincia di Ancona, la situazione è critica: nella foto si vede un'auto rovesciata accanto a un mucchio di rifiuti.
Una casa di Pianello di Ostra, piena di fango.
Le conseguenze delle alluvioni lampo causate dal fiume Misa a causa di una bomba di pioggia notturna a Senigallia, provincia di Ancona.
Acqua e fango hanno invaso le strade di tutta la provincia.
Almeno 9 persone hanno perso la vita a causa del maltempo.
Ci vorranno giorni, se non settimane, per ripristinare la situazione.
Un mucchio di rami nelle strade di Senigallia.
In lontananza si vede anche un'auto sommersa.
Alcune persone, tra il fango, aprono i loro negozi.
Un appartamento di Senigallia allagato.
Vigili del fuoco spingono un gommone attraverso una strada allagata per salvare le persone dalle case.
Anche a Pianello di Ostra, in provincia di Ancona, la situazione è critica: nella foto si vede un'auto rovesciata accanto a un mucchio di rifiuti.
Una casa di Pianello di Ostra, piena di fango.
È accaduto così che nella notte sulle Marche si sono abbattute le piogge più abbondanti registrate negli ultimi dieci anni sulla regione, con circa 420 millimetri nell'arco di poche ore. È stato un fenomeno innescato da un'estate di caldo eccezionale e molto localizzato, troppo perché i modelli utilizzati dai meteorologi riuscissero a prevederlo.
«Il nubifragio nelle Marche è avvenuto dopo un'estate particolarmente calda, cominciata il 15 maggio e durata fino agli ultimi giorni di agosto, con la temperatura del mare di 4-5 gradi superiore alla media», ha osservato Bernardo Gozzini, direttore del consorzio Lamma (Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale) che riunisce Regione Toscana e Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).
Il processo di evaporazione ha portato ad accumulare una maggiore quantità di umidità: «C'è stato un accumulo di energia che ora il sistema dovrà scaricare per tornare in equilibrio. Di conseguenza «l'autunno potrebbe essere particolarmente complesso».
Un «temporale autorigenerante»
Il fenomeno che si è abbattuto sulle Marche è chiamato ‹temporale autorigenerante› e «avviene quando una nube temporalesca, invece che dissiparsi, riprende energia», ha detto Guido Guidi, tenente colonnello dell'Aeronautica Militare-Servizio Meteorologico. È stato un «evento tipicamente meteorologico e non climatico, considerando la scala spaziale e temporale».
Eventi come questi, ha aggiunto, «traggono energia dall'umidità e dal calore presenti nell'atmosfera» e «il calore è stato particolarmente abbondante sull'area del Mediterraneo per la forte anomalia termica nei mesi estivi». Anche per Guidi è prematuro fare previsioni sull'autunno: modi e tempi nei quali potrà avvenire il rilascio di questa grande quantità di umidità accumulata dipenderanno dalla circolazione atmosferica.
Ci saranno altri fenomeni simili?
La scommessa è capire se durante l'autunno l'umidità potrà generare altri fenomeni simili, ma gli esperti concordano sul fatto che previsioni del genere sono impossibili, così come è stato impossibile che i modelli matematici che utilizzano normalmente riuscissero a prevedere il nubifragio sulle Marche.
Per Gozzini «il problema è che c'è ancora una forte incertezza, tanto che attualmente è impossibile prevedere fenomeni così localizzati», e Guidi parla di «un'intrinseca impredicibilità di questi fenomeni: i modelli numerici utilizzati per le previsioni del tempo fanno fatto progressi notevoli negli ultimi anni, sia nella precisione sia nello spazio, ma se sono prevedibili le condizioni che potrebbero potare allo sviluppo di temporali intensi, resta difficile prevedere dove i temporali avverranno: sono modelli fallibili a causa di un limite intrinseco della tecnologia attuale».
Anche per i meteorologi di 3bmeteo.com «nel caso specifico, c'erano le potenzialità per prevedere temporali talora violenti ma su una macroarea regionale come le Marche; molto più difficile e complesso invece stabilire in quale punto specifico può verificarsi il temporale violento, considerando che i temporali per loro natura agiscono su aree ristrette».