Lo rivela uno studioLe onde cerebrali nel sonno mostrano quanto siamo cooperativi
pl, ats
11.3.2024 - 18:00
Le persone con più onde cerebrali lente durante il sonno profondo in una precisa regione del cervello si comportano in modo più sociale rispetto ad altre. Lo dice un un nuovo studio realizzato all'Università di Berna e pubblicato su «The Journal of Neuroscience».
Keystone-SDA, pl, ats
11.03.2024, 18:00
11.03.2024, 18:03
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«Più onde cerebrali lente una persona ha nella cosiddetta giunzione temporoparietale (TPJ) destra durante il sonno profondo, più si comporta in modo prosociale», spiega la responsabile dello studio Daria Knoch in un comunicato diffuso oggi dall'Università di Berna.
Questa regione della corteccia cerebrale è particolarmente coinvolta nella capacità di mettersi in relazione con gli altri, mentre le onde cerebrali lente sono a loro volta un segno di buona qualità del sonno.
La loro attività nelle diverse regioni del cervello è altamente individuale e relativamente stabile nel tempo. Ciò significa che «ogni persona ha il proprio profilo neuronale del sonno», spiega Lorena Gianotti, coautrice della ricerca.
Per comportamento prosociale i ricercatori intendono azioni che mirano a promuovere il benessere degli altri senza che un soggetto ne tragga necessariamente beneficio. Si tratta, ad esempio, di donazioni a organizzazioni umanitarie o di attività di volontariato.
Il «gioco del bene comune»
Per il loro studio, i ricercatori hanno esaminato 54 persone, misurando le onde cerebrali durante sette-otto ore di sonno attraverso 66 elettrodi fissati sulla testa.
Il grado di empatia del comportamento di una persona è stato poi determinato attraverso un gioco. I partecipanti hanno ricevuto 20 punti del valore di 50 centesimi e hanno dovuto decidere, in forma anonima, se tenerli per sé o metterli in un piatto comune.
Ogni punto finito nel piatto comune veniva raddoppiato dall'organizzatore del gioco. La somma finale del piatto veniva poi versata in parti uguali a tutti i partecipanti. Anche chi non aveva versato nel piatto riceveva quindi la sua parte.
Risultato: è stato effettivamente riscontrato un legame tra le onde lente dell'area cerebrale interessata e il comportamento più o meno prosociale ed empatico dei partecipanti al gioco. In questo caso, non è stata la durata del sonno a essere determinante, ma piuttosto la sua qualità, si legge nella nota dell'Università di Berna.
Grazie a una migliore comprensione dei meccanismi neurobiologici coinvolti, gli scienziati sperano di ispirare approcci futuri su come influenzare positivamente l'assunzione di prospettive e il comportamento prosociale.