Nell'immagine si vede il ghiacciaio nella catena della Marmolada delle Alpi italiane vicino a Trento da cui una grossa fetta si è staccata domenica.
È chiaro il principio di distaccamento di un pezzo di ghiaccio.
Un'enorme lastra di ghiaccio si è staccata sulla Marmolada, nel Trentino settentrionale, provocando la morte di almeno sei persone. Nella foto il luogo in cui si è staccata la calotta di ghiaccio.
Questa immagine pubblicata dal Corpo Nazionale Italiano di Soccorso Alpino e Speleologico mostra il ghiacciaio nelle Alpi italiane vicino a Trento, dove si è staccata la lastra.
Un elicottero dei soccorso nell'area dell'incidente.
Qui il punto esatto dove la calotta di ghiaccio si è staccata.
Un frame preso da un video messo a disposizione dal Soccorso alpino italiano mostra ancora il punto dove il seracco di ghiaccio è crollato sulla Marmolada.
I soccorritori vicino al luogo dell'incidente.
Crolla un enorme seracco sulla Marmolada
Nell'immagine si vede il ghiacciaio nella catena della Marmolada delle Alpi italiane vicino a Trento da cui una grossa fetta si è staccata domenica.
È chiaro il principio di distaccamento di un pezzo di ghiaccio.
Un'enorme lastra di ghiaccio si è staccata sulla Marmolada, nel Trentino settentrionale, provocando la morte di almeno sei persone. Nella foto il luogo in cui si è staccata la calotta di ghiaccio.
Questa immagine pubblicata dal Corpo Nazionale Italiano di Soccorso Alpino e Speleologico mostra il ghiacciaio nelle Alpi italiane vicino a Trento, dove si è staccata la lastra.
Un elicottero dei soccorso nell'area dell'incidente.
Qui il punto esatto dove la calotta di ghiaccio si è staccata.
Un frame preso da un video messo a disposizione dal Soccorso alpino italiano mostra ancora il punto dove il seracco di ghiaccio è crollato sulla Marmolada.
I soccorritori vicino al luogo dell'incidente.
Ha finalmente un nome uno dei feriti nel disastro della Marmolada ricoverato da domenica all'ospedale di Treviso. Secondo quanto ha appreso l'agenzia italiana ANSA, si tratta di un 30enne, originario del Trentino, che si trova tuttora in prognosi riservata.
I medici dell'ospedale avevano accertato al momento del ricovero un importante edema cerebrale e lesioni agli organi interni. Il giovane, in stato di incoscienza, era stato trovato senza alcun documento.
Intanto, il sindaco di Canazei, Giovanni Bernard, ha emesso un'ordinanza che ordina la chiusura definitiva dell'area della sciagura in cui domenica sono morte sette persone (di cui quattro riconosciuti, due in fase di riconoscimento e uno che rimane sconosciuto. L'ultima vittima riconosciuta ufficialmente è una persona residente in Trentino) e altre otto sono rimaste ferite, due delle quali in maniera grave.
Ancora 5 dispersi
Intanto dai tredici di ieri è sceso a cinque il numero di dispersi. Dopo i quattro stranieri rintracciati questa mattina, le autorità che coordinano gli interventi alla Marmolada sono riuscite a contattare altre tre persone, di cui non è stata data la nazionalità, inserite in un primo momento dell'elenco dei dispersi, subito dopo la caduta del ghiacciaio.
A quanto è stato detto, i tre alpinisti stanno bene.
Domani è in previsione una riunione operativa presso la Procura della repubblica di Trento.
Trovati resti di dispersi ed effetti personali
Ma durante le ricognizioni svolte in mattinata con i droni lungo la via normale della Marmolada sono stati trovati resti di dispersi e anche effetti personali. Lo ha comunicato il presidente nazionale del soccorso alpino Maurizio Dellantonio.
Sono stati inoltre individuati due alpinisti francesi che sono stati sfiorati dalla frana di ghiaccio e hanno raccontato che, in quel drammatico momento, sulla via normale c'erano almeno 12 persone. Un numero che, calcolando i decessi ufficiali con i nomi delle persone che sono state cercate dai parenti, viene considerato realistico.
Gli inquirenti hanno ascoltato anche oggi, come nei giorni scorsi, diversi testimoni proprio per cercare di capire quante persone si trovassero sul ghiacciaio al momento del crollo del seracco.
«Escursioni in alta quota solo in primavera»
Intanto Thomas Wanner, del Club alpino austriaco, ha detto in un'intervista al quotidiano Dolomiten che, a suo avviso, in alcune zone delle Alpi le escursioni in alta montagna in futuro potranno essere effettuate solo in primavera, quando il manto nevoso è ancora più compatto e le temperature più basse.
Da alcuni anni, fa infatti presente Wanner, le guide alpine locali non offrono più la scalata d'estate del Pan di Zucchero, una vetta di 3.507 metri sul confine tra il Tirolo austriaco e l'Alto Adige, e sul Grossglockner, la vetta più alta dell'Austria con 3.798 metri, la via normale è stata spostata.
«Il vero problema - spiega Marco Gabl, un altro esperto del Club alpino austriaco - è la ritirata del permafrost, il collante delle Alpi, che fa aumentare il rischio caduta sassi. Per questo motivo regolarmente viene interdetto l'accesso al Cervino».