Pericoli naturali Messo a punto un nuovo metodo per misurare il permafrost

mh, ats

30.7.2024 - 08:59

Cavità sotto un ghiacciaio
Cavità sotto un ghiacciaio
Keystone

Lo scioglimento del permafrost nelle Alpi desta preoccupazione per l'aumento del rischio di frane.

mh, ats

Un team di scienziati dell'università di Friburgo ha messo a punto un nuovo metodo di misurazione della sua temperatura, che sfrutta la resistenza elettrica. Potrebbe consentire di prevedere meglio eventuali scoscendimenti.

Finora si perforava il terreno fino a cento metri di profondità per misurarne la temperatura. Questa tecnica è però complicata e costosa, rileva in una nota odierna il Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca Scientifica (FNS). «Inoltre, tutto ciò che rileviamo in questo modo sono temperature puntuali e non possiamo trarre conclusioni sul volume del ghiaccio», aggiunge Christian Hauck, dell'ateneo, citato nel comunicato.

Facendo passare corrente continua attraverso il terreno tra due elettrodi e misurandone la resistività elettrica, è invece possibile misurare il permafrost su vaste aree e valutare la quantità di ghiaccio, in modo da permettere previsioni sulla sua evoluzione. Il ghiaccio conduce l'elettricità meno bene dell'acqua liquida e quindi ha una resistività maggiore. Quest'ultima è ancora più alta quando non c'è acqua nel terreno.

Dalle misurazioni viene creata un'immagine tridimensionale, dalla quale i ricercatori calcolano la quantità di permafrost. Il confronto con i dati delle trivellazioni è di grande aiuto. Le temperature nelle perforazioni sulle pendici dello Stockhorn, vicino a Zermatt (VS), sono per esempio aumentate di circa un grado negli ultimi 20 anni.

Il punto di congelamento si è quindi abbassato di diversi metri. La misurazione della resistenza ha permesso di quantificare per la prima volta la perdita di permafrost: circa il 15% del ghiaccio è sparito tra il 2015 e il 2022.

In un altro studio, Hauck e la sua collega Christin Hilbich hanno analizzato i dati misurati in tutta Europa, scoprendo che anche una sola estate calda come quella del 2003, del 2015 o del 2022 può provocare lo scongelamento irrimediabile del permafrost. I successivi inverni freddi non possono compensare la perdita. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Environmental Research Letters.