Al Cesare Beccaria Torture nel carcere minorile di Milano, 13 guardie arrestate. «Picchiati con metodo da delle mele marce»

SDA / pab

22.4.2024 - 13:55

Tra gli episodi contestati agli agenti della polizia penitenziaria anche una tentata violenza sessuale nei confronti di un detenuto. Sospesi anche altri 8 agenti. Il procuratore di Milano: «È una vicenda dolorosa e una brutta pagina per le istituzioni». I ragazzi picchiati «con metodo» da alcune «mele marce». 

La vista dall'interno di una cella (immagine illustrativa d'archivio).
La vista dall'interno di una cella (immagine illustrativa d'archivio).
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Keystone-SDA, SDA / pab

È in corso di esecuzione un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 13 agenti della Polizia Penitenziaria, 12 dei quali tuttora in servizio presso l'Istituto penale minorile «Cesare Beccaria» di Milano. 

Pure in atto la misura della sospensione dall'esercizio di pubblici uffici nei confronti di ulteriori 8, anch'essi tutti in servizio all'epoca dei fatti.

I reati a vario titolo contestati dalla Procura sono maltrattamenti, concorso in tortura, e una tentata violenza sessuale nei confronti di un detenuto.

«Una brutta pagina per le istituzioni»

L'indagine, partita da alcune segnalazioni, risalenti al 2022, pervenute all'autorità giudiziaria anche attraverso il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, è stata sviluppata attraverso «servizi tecnici di intercettazione e acquisizione di telecamere interne all'istituto», che hanno permesso di raccogliere indizi di reato per svariati episodi di violenza e prevaricazione ai danni dei minori detenuti.

«È una vicenda dolorosa e una brutta pagina per le istituzioni, ma vanno assicurati il controllo della legalità e il rispetto della legge» ha detto il procuratore di Milano, Marcello Viola, durante una conferenza stampa convocata per spiegare l'operazione.

Picchiati con metodo da delle «mele marce»

È stato poi spiegato, come riferisce la stampa italiana, tra cui Rai News, che i ragazzi che hanno subito le violenze «venivano ammanettati durante i pestaggi» e che «c'era un ufficio preposto per i pestaggi in cui sono accaduti questi fatti».

Il procuratore aggiunto di Milano Letizia Mannella ha parlato, riferendosi agli agenti arrestati, di «mele marce» ed ha specificato: «Ciò che ci ha colpito sin dal primo momento è il metodo di queste persone deviate dal sistema, che picchiavano i ragazzi con un metodo tale da non lasciare il segno e i ragazzi si davano pizzicotti per lasciare sulle botte ricevute i lividi».

Don Rigoldi: «Interventi umani più che penali»

Don Gino Rigoldi ha aggiunto che delle violenze se n'era parlato diverse volte, «e se ne è discusso molto attivamente, non abbiamo fatto finta di niente, l’intervento è stato più personale e non di tipo penale».

Lo storico cappellano del carcere minorile ha poi aggiunto: «I ragazzi dovrebbero essere maggiormente tutelati questa è una responsabilità degli agenti, ma anche nostra di persone che sono nell’istituto come noi e che non si sono accorti, o minimizzato, dei pestaggi».

In conferenza stampa è anche stato reso noto che su quanto accadeva dietro le sbarre ci sono state segnalazioni anche di psicologi e di madri di alcuni minori detenuti.