Fotografia Mostra di foto sul ghiacciaio dell'Aletsch

ATS

23.7.2020 - 14:56

Il fotografo ginevrino David Carlier mentre fotografa il ghiacciaio dell'Altesch
Il fotografo ginevrino David Carlier mentre fotografa il ghiacciaio dell'Altesch
Source: KEYSTONE/LAURENT GILLIERON

Il fotografo ginevrino David Carlier è affascinato dai ghiacciai, in particolare quello dell'Aletsch. La sua mostra «Giants in Motion» (Giganti in movimento) è visitabile fino al 25 ottobre nel tunnel del Tälligrat, non lontano dalla distesa di ghiaccio.

Il più grande ghiacciaio delle Alpi colpisce per le sue dimensioni e i suoi solchi, che testimoniano della sua lunga storia. Il tunnel del Tälligrat è un cunicolo di un chilometro di lunghezza, costruito negli Anni '80 per l'approvvigionamento idrico della regione, che si trova sul sentiero escursionistico che da Fiescheralp porta al bordo del ghiacciaio.

La vista da qui, non lontano dal lago Märjelen è mozzafiato: a sud del famoso trio di vette delle Alpi bernesi – Jungfrau, Mönch ed Eiger – il «fiume di ghiaccio» scende dolcemente fino a poco prima di Fiesch, in Vallese.

«Il ghiacciaio dell'Aletsch irradia molta energia, perché ha una quantità incredibile di ghiaccio», dice il 47enne Carlier, che fotografa il ghiacciaio sin dall'infanzia. Quasi 23 chilometri di lunghezza, una superficie di 86 km quadrati e un peso totale stimato in 11 miliardi di tonnellate: questa la sua massa impressionante.

«I ghiacciai sono giganti in continuo movimento», dice il ginevrino, che oggi vive in un piccolo villaggio del Vallese. Da qui il titolo del progetto che ha lanciato tre anni fa. «Scorrono nella valle e formano torrenti, poi fiumi e laghi che portano acqua fresca alla gente».

Per Carlier il ghiacciaio è simile a un orologio, con la differenza che registra un tempo diverso dal nostro. «Questo orologio conta in migliaia di anni, mentre le nostre vite sono molto brevi al confronto». L'orologio di ghiaccio si trasforma addirittura in una macchina del tempo quando analizzando un campione che si trova al suo interno si possono studiare i mutamenti ambientali.

Carlier ha installato 15 fotografie di grande formato all'interno del tunnel, che è illuminato solo da poche lampade e dove l'escursionista ha difficoltà a riconoscere il terreno e le numerose pozzanghere che vi si formano.

La mostra racconta non solo la bellezza e la potenza del ghiacciaio dell'Aletsch, ma anche la sua vulnerabilità e la sua caducità. L'intento è di provocare una reazione nello spettatore. «Il ghiacciaio è ancora lì, è magnifico, devi venire a vederlo finché esiste», dice l'artista.

Questo tubo scuro accanto al patrimonio mondiale dell'Unesco è una sfida per l'escursionista, indipendentemente dalla sua direzione, afferma l'artista. La mostra è gratuita per i visitatori che arrivano fino a qui.

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