SvizzeraMusei e importazione di opere: giro di vite delle dogane
mh, ats
9.4.2023 - 15:55
Finora l'importazione di opere d'arte da parte dei musei era esente da imposte. Ora le dogane richiedono dazi proporzionali al valore di mercato corrente per quelle non esposte in modo permanente.
Keystone-SDA, mh, ats
09.04.2023, 15:55
09.04.2023, 16:08
SDA
Lo riferisce oggi la NZZ am Sonntag. L'Associazione dei Musei d'arte svizzeri parla di una misura catastrofica.
L'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC) ha confermato all'agenzia Keystone-ATS che per un controllo diversi uffici doganali hanno inviato a inizio anno lettere ai musei nelle quali chiedono che siano esposte in modo permanente le opere importate. In caso contrario, sono chiamati a pagare una tassa.
Questa imposta rischia però di mettere in difficoltà finanziaria i musei, sottolinea il domenicale. Gran parte delle loro collezioni non è infatti esposta in modo permanente, ma in deposito. Stando a quanto calcolato dalla NZZ am Sonntag, un museo dovrebbe pagare, per un dipinto di Picasso acquistato in Francia nel 1960 per 100'000 franchi e immagazzinato, 770'000 franchi, se il suo valore di mercato attuale è di 10 milioni di franchi.
Secondo il foglio zurighese, la modifica della prassi doganale sarebbe inoltre contraria a una convenzione Unesco del 1953. Secondo l'intesa, l'unica condizione per un'importazione esente da imposte è che le opere non vengano rivendute. I musei d'arte svizzeri si attengono a questa norma.
Inoltre, secondo il giornale, la dogana ha definito il significato di «esposto al pubblico»: in modo permanente e durante gli orari di apertura. I musei non possono soddisfare questo requisito con le loro collezioni semplicemente per mancanza di spazio.
D'altra parte, il requisito contraddice anche la missione pubblica dei musei di fungere da memoria culturale e di raccogliere opere anche senza che siano esposte in modo permanente.