Variante VUI-202012/01 Mutazione del virus: ciò che sappiamo e ciò che non sappiamo

Di Uz Rieger e Julia Käser

22.12.2020

Virus SRAS-CoV-2 (in blu) osservati al microscopio elettronico si avvicinano ad una cellula (in marrone). A causa di una mutazione, il virus sembra diffondersi molto più rapidamente in Gran Bretagna. (Archivio)
Virus SRAS-CoV-2 (in blu) osservati al microscopio elettronico si avvicinano ad una cellula (in marrone). A causa di una mutazione, il virus sembra diffondersi molto più rapidamente in Gran Bretagna. (Archivio)
EPA/NIAID- RML/National Institutes of Health

Nel corso dello scorso fine settimana, abbiamo appreso dell’esistenza di una mutazione altamente contagiosa del coronavirus che ha provocato un incremento di casi in Gran Bretagna. Ecco le risposte alle principali domande su questa nuova variante del virus.

Sabato, poco dopo l’annuncio dell’autorizzazione al primo vaccino in Svizzera, una notizia disastrosa è giunta dalla Gran Bretagna, dove si sta sviluppando una nuova mutazione del coronavirus nettamente più contagiosa delle precedenti. Tuttavia, in merito a questa mutazione, molti punti rimangono da chiarire. Ecco una panoramica.

Di che tipo di mutazione si tratta?

I virus mutano costantemente. Il coronavirus non fa eccezione e muta ogni due settimane circa. Tuttavia ciò non lo rende necessariamente più pericoloso. La variante del virus che si sta attualmente diffondendo in Gran Bretagna viene identificata con il nome di VUI-202012/01. Secondo Nick Loman, professore di genomica microbica e bioinformatica all’Università di Birmingham, sarebbe stata scoperta in Inghilterra dalla fine del mese di settembre e vi si è probabilmente sviluppata.

Stando alle prime conclusioni, la variante presenta 17 modifiche o mutazioni, malgrado i ricercatori ritengano che solo tre di queste potrebbero avere potenziali effetti biologici. La mutazione N501Y nella proteina spike è considerata la più significativa. Il virus se ne serve per fissarsi al recettore umano ACE2. Tale mutazione potrebbe teoricamente portare anche ad una maggiore contagiosità del virus facilitandone la diffusione tra individui.

Con quale frequenza si presenta tale variante?

In Sudafrica esiste già una mutazione simile del coronavirus sotto forma di variante 501.V2., che è tuttavia evoluta indipendentemente da quella sviluppatasi in Gran Bretagna. Il «British Medical Journal» (BMJ), rivista britannica specializzata, indica che, alla data del 13 dicembre 2020, la variante VUI-202012/01 del virus era stata registrata in 1108 casi da una sessantina di autorità locali, ma si ipotizza un numero molto più elevato di casi non segnalati.

Fino ad oggi, la maggior parte dei casi sono stati rilevati nel sud-est dell’Inghilterra, ma se ne sono registrati alcuni anche in Galles e in Scozia. La mutazione del virus è già stata individuata in diversi paesi, fra cui Australia, Paesi Bassi e Danimarca. É stata rilevata anche in Italia, in una persona rientrata dalla Gran Bretagna.

La mutazione del virus è già presente in Svizzera?

Al momento in Svizzera non è stato confermato alcun caso di coronavirus che presentasse tale mutazione. Tuttavia, il gruppo di lavoro COVID-19 della Confederazione suppone che la variante del virus sia già presente in quantità ridotta. Rispetto ad altri paesi, in Svizzera solo un numero molto basso di casi viene sequenziato. Il gruppo di lavoro parla di una cifra che va dai 100 ai 300 campioni a settimana analizzati più da vicino su migliaia di casi.

La nuova variante del virus è veramente più contagiosa del 70%?

Secondo il primo ministro britannico Boris Johnson, questa mutazione del coronavirus sarebbe del 70% più contagiosa rispetto alle precedenti. In un’intervista rilasciata a «Der Spiegel», il bioinformatico basilese Richard Neher conferma che probabilmente la nuova variante si diffonde più facilmente. Tuttavia, l’esperto non si sofferma su un incremento del 70%: «Potrebbe anche trattarsi del 30% o 40%.» Del resto, precisa, il ruolo dei fattori epidemiologici – per esempio gli eventi di superdiffusione – nell’attuale propagazione non è stato chiarito in maniera conclusiva.

Come indica Karl Lauterbach, esperto tedesco in materia di salute e membro del SPD, non è raro che delle mutazioni aumentino il rischio di contaminazione. «É un circolo vizioso, per così dire: un numero maggiore di contaminazioni innesca un aumento delle possibilità di mutazione e quindi un incremento delle mutazioni. Ciò provoca poi nuove contaminazioni», ha dichiarato al gruppo editoriale Redaktionsnetzwerk Deutschland.

Il rinomato virologo tedesco Christian Drosten ha tuttavia dichiarato all’emittente radio Deutschlandfunk di essere attualmente «tutto fuorché preoccupato». Pur non volendo minimizzare la situazione, precisa tuttavia che l’informazione sul tasso di contaminazione più elevato del 70% rispetto alla variante originale si fonda su di una stima. Secondo lui, i dati sono ancora molto incompleti e non affidabili dal punto di vista scientifico. Inoltre, afferma, gli scienziati britannici hanno chiaramente sottolineato di non poter fare affermazioni precise almeno fino a metà settimana.

Questa variante è più pericolosa delle altre mutazioni del virus?

Durante il fine settimana Boris Johnson si è mostrato rassicurante a tal proposito. Finora nulla dimostra che la nuova variante del coronavirus sia più pericolosa delle precedenti. Negli ultimi tempi in Gran Bretagna non è stato rilevato un tasso di mortalità più elevato.

Gli esperti locali stanno lavorando sodo per saperne di più sul pericolo rappresentato dalla nuova variante del virus. In linea di principio, gli scienziati concordano sul fatto che le mutazioni che rendono i virus più contagiosi non li rendono necessariamente più pericolosi.

I vaccini esistenti sono ugualmente efficaci?

Al momento, secondo le autorità britanniche, nulla indica che i vaccini siano meno efficaci contro la mutazione. Allo stesso modo il bioinformatico Richard Neher non si aspetta che, nei prossimi due o tre anni, le proprietà del virus possano cambiare a tal punto che il sistema immunitario delle persone vaccinate non sia più in grado di riconoscere le nuove varianti. Tuttavia, ha detto, la situazione deve essere seguita da vicino.

Che cosa fa la Svizzera per arginarne la diffusione?

L’Ufficio federale dell’aviazione civile (UFAC) ha già sospeso i collegamenti aerei a destinazione e in provenienza dal Regno Unito e dal Sudafrica a partire da domenica a mezzanotte. Il divieto dei voli mira a impedire la propagazione della nuova variante del virus, ha indicato l’UFAC domenica sera in un comunicato.

Lunedì il Consiglio federale ha introdotto il divieto d’ingresso sul territorio, con effetto immediato, per i cittadini stranieri provenienti dalla Gran Bretagna. Inoltre, tutte le persone rientrate in Svizzera dal 14 dicembre in provenienza dal Regno Unito o dal Sudafrica dovranno sottoporsi ad una quarantena retroattiva di dieci giorni.

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