MaltempoPer MeteoSvizzera prevedere la tempesta di Chaux-de-Fonds era difficile, ecco perché
ns, ats
23.4.2024 - 11:05
Una violenta tempesta, di una decina di minuti, spazialmente limitata, come quella che ha investito La Chaux-de-Fonds (NE) il 24 luglio del 2023, provocando un morto, una quarantina di feriti e ingenti danni, è stata e rimarrà una sfida per i previsionisti.
ns, ats
23.04.2024, 11:05
23.04.2024, 13:57
SDA
Esperti dell'Ufficio federale di meteorologia e climatologia (MeteoSvizzera) hanno studiato nel dettaglio il fenomeno per caratterizzarlo e per migliorare le capacità di anticipazione.
MeteoSvizzera ha comunicato ieri attraverso un suo blog, sulla pagina in francese dell'ufficio, una sintesi dei risultati dello studio pubblicato il 16 aprile, pure reperibile sul web.
Ecco cosa dice lo studio
Il fenomeno estremamente violento, durante il quale è stata misurata tra l'altro una raffica di 217 km/h per la durata di un secondo all'aerodromo di Les Eplatures, alla periferia sudovest della città orologiera, è il risultato di vari processi operanti su varie scale, da fenomeni a livello regionale fino a condizioni realizzatesi localmente.
Sostanzialmente, attraverso l'analisi dei danni al suolo, gli specialisti di MeteoSvizzera, considerano che la tempesta fu un fenomeno ibrido, con aspetti tipici di una microraffica da un lato e di un tornado dall'altro.
Una diagnosi precisa del fenomeno è resa difficile dalla sua esiguità spaziale (un tornado ad esempio ha una larghezza tipica dell'ordine di decine o centinaia di metri) e dai limiti intrinsechi alla tecnologia dei radar meteorologici (che forniscono una velocità dei venti a quattro chilometri di altezza, mentre i tornado si formano vicino al suolo).
Inoltre nella fattispecie i dati forniti dal radar situato sulla Dôle (nel Giura vodese) non hanno potuto essere utilizzati e si è fatto capo all'istallazione della Plaine Morte (VS), perdendo risoluzione a causa della distanza.
Il record di 217 km/h
I 217 km/h rilevati costituiscono una velocità di poco superiore a quella del campo di validità dello strumento di misura. Finora, sebbene nella catena del Giura si siano già verificati tornado, raffiche di questa intensità non erano mai state misurate.
Ciononostante, tenuto conto dello svolgimento dell'evento, dell'indiscussa robustezza tecnica della stazione di rilevamento, del controllo operativo della qualità dei dati, del confronto con le rilevazioni di apparecchi vicini e con il carattere dei danni al suolo, il valore misurato è ritenuto «plausibile» da MeteoSvizzera, che lo considera «valido» e utilizzabile per le future analisi climatologiche.
Prevenzione difficile
Come prevenire la popolazione dell'arrivo di una tempesta così improvvisa e violenta? Secondo MeteoSvizzera, i modelli digitali e gli strumenti di previsione a breve termine non sono attualmente in grado di farlo, neppure dieci minuti prima. Il motivo è la natura estremamente locale di questi fenomeni nello spazio e limitata nel tempo.
Il rapporto evidenzia comunque potenziali miglioramenti. Si parla di strumenti di monitoraggio in tempo reale e di processi di scambio di dati con l'estero, nella fattispecie con la Francia.
Una più stretta collaborazione potrebbe consentire di identificare più rapidamente episodi di vento estremo legati a cosiddette supercelle passate per le maglie della rete di misurazione, ma che hanno già causato danni in precedenza. Questi adattamenti nelle procedure sono già stati avviati, afferma MeteoSvizzera.
Per l'evento di La Chaux-de-Fonds, l'assenza di indicatori e di misurazioni in tempo reale delle raffiche violente al suolo in Francia ha fatto sì che non si potesse sospettare l'effettiva gravità della tempesta.