Pandemia OMS: «Servizi sanitari ancora interrotti nel 90% dei paesi»

SDA

26.4.2021 - 20:53

Oltre un anno dopo lo scoppio della pandemia Covid-19, ancora il 90% dei paesi continua a segnalare interruzioni ai servizi sanitari essenziali, quali vaccinazioni contro il morbillo, terapie contro l'Hiv, screening per le epatiti, e cure di malattie cardiovascolari.
Oltre un anno dopo lo scoppio della pandemia Covid-19, ancora il 90% dei paesi continua a segnalare interruzioni ai servizi sanitari essenziali, quali vaccinazioni contro il morbillo, terapie contro l'Hiv, screening per le epatiti, e cure di malattie cardiovascolari.
Keystone

Oltre un anno dopo lo scoppio della pandemia Covid-19, ancora il 90% dei paesi continua a segnalare interruzioni ai servizi sanitari essenziali, quali vaccinazioni contro il morbillo, terapie contro l'Hiv, screening per le epatiti, e cure di malattie cardiovascolari.

26.4.2021 - 20:53

Non manca qualche piccolo miglioramento ma «milioni di persone ancora non hanno un'adeguata assistenza sanitaria per i problemi di salute più comuni». È quanto emerge dal secondo sondaggio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) condotto tra gennaio e marzo 2021, che di fatto non mostra «alcun cambiamento globale sostanziale rispetto a quanto emerso dalla prima indagine condotta nell'estate del 2020».

In media, le Americhe e l'Africa hanno riportato maggiori interruzioni e quasi la metà dei paesi ha riferito che l'area più colpita è stata quella delle cure primarie fornite da medici di famiglia e pediatri. Ma anche l'assistenza a lungo termine per malattie croniche, la riabilitazione e le cure palliative per il fine vita sono state gravemente penalizzate.

Il 20% dei paesi afferma che gli interventi di emergenza potenzialmente salvavita sono ancora interrotti e due terzi dei paesi segnalano stop negli interventi chirurgici elettivi.

Tra i servizi maggiormente colpiti vi sono quelli per i disturbi mentali, neurologici e da uso di sostanze, ma anche quelli che si occupano di malattie tropicali, tubercolosi, Hiv ed epatiti, screening contro tumori, ipertensione e diabete.

Problemi finanziari e timore dei pazienti di recarsi nei centri di cura sono tra gli ostacoli più diffusi, insieme alla carenza di personale, lamentata dal 66% dei paesi, nonostante molti abbiano fatto nuove assunzioni.

Le lacune riguardano ancora anche le terapie e la prevenzione contro la malaria (il 40% dei paesi segnala anche interruzioni a uno o più servizi) e nelle campagne di immunizzazione, anche se si sta cercando di recuperare il gap.

«Man mano che aumentiamo la fornitura di vaccini Covid-19 – ha affermato Henrietta Fore, diretttice esecutivo dell'Unicef – dobbiamo assicurarci che ciò non vada a scapito delle vaccinazioni infantili essenziali. Non possiamo permettere che la lotta contro il Covid-19 metta a repentaglio la nostra lotta contro il morbillo, la poliomielite o altre malattie prevenibili con i vaccini. Interruzioni prolungate dell'immunizzazione avranno conseguenze a lungo termine per la salute dei bambini».

Molti paesi hanno in questi mesi intensificato gli sforzi per mitigare le ricadute della pandemia sulle cure di altre malattie, aumentando gli sforzi di comunicazione, i servizi a domicilio e l'uso della telemedicina. Alcuni risultati ci sono stati. Se nel 2020, i paesi hanno riferito che, in media, circa la metà dei servizi sanitari essenziali era stata interrotta, nei primi 3 mesi del 2021, questa cifra era scesa a un terzo dei servizi.

Ma i problemi sono ancora pesanti. «Il sondaggio evidenzia la necessità di intensificare gli sforzi e adottare ulteriori misure per colmare le lacune», conclude Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'OMS.

SDA