Vaticano Papa: «Con il Covid famiglie a dura prova, incertezza e solitudine»

SDA

26.12.2021 - 12:38

Il Papa si è rivolto alle famiglie, invitandole a vedere non solo le difficoltà, ma anche le opportunità portate dalla pandemia.
Il Papa si è rivolto alle famiglie, invitandole a vedere non solo le difficoltà, ma anche le opportunità portate dalla pandemia.
Keystone

«Sempre ho tenuto presenti le famiglie nelle mie preghiere, ma ancora di più durante la pandemia, che ha messo tutti a dura prova, specialmente i più vulnerabili». Lo ha detto Papa Francesco.

26.12.2021 - 12:38

«Il momento che stiamo attraversando mi porta ad accostarmi con umiltà, affetto e accoglienza ad ogni persona, ad ogni coppia di sposi e ad ogni famiglia nelle situazioni che ciascuno sta sperimentando», ha aggiunto il pontefice nella Lettera inviata, nella Festa della Santa Famiglia di Nazareth, agli sposi di tutto il mondo in occasione dell'Anno «Famiglia Amoris laetitia», che si concluderà il 26 giugno 2022 con il X Incontro Mondiale delle Famiglie a Roma.

«In occasione dell'Anno 'Famiglia Amoris laetitia', mi rivolgo a voi per esprimervi tutto il mio affetto e la mia vicinanza in questo tempo così speciale che stiamo vivendo», esordisce il Papa. «Anche noi – aggiunge – abbiamo vissuto più che mai l'incertezza, la solitudine, la perdita di persone care e siamo stati spinti a uscire dalle nostre sicurezze, dai nostri spazi di 'controllo', dai nostri modi di fare le cose, dalle nostre ambizioni, per interessarci non solo al bene della nostra famiglia, ma anche a quello della società, che pure dipende dai nostri comportamenti personali».

Fra difficoltà e opportunità

«Vorrei cogliere l'occasione per riflettere su alcune difficoltà e opportunità che le famiglie hanno vissuto in questo tempo di pandemia», argomenta il Pontefice. Per esempio, «è aumentato il tempo per stare insieme, e questa è stata un'opportunità unica per coltivare il dialogo in famiglia». «Certamente – riconosce – ciò richiede uno speciale esercizio di pazienza; non è facile stare insieme tutta la giornata quando nella stessa casa bisogna lavorare, studiare, svagarsi e riposare». «Non lasciatevi vincere dalla stanchezza», esorta il Papa; «la forza dell'amore vi renda capaci di guardare più agli altri – al coniuge, ai figli – che alla propria fatica».

In questo modo, prosegue, «stare insieme non sarà una penitenza bensì un rifugio in mezzo alle tempeste». «Che la famiglia sia un luogo di accoglienza e di comprensione – auspica Bergoglio -. Custodite nel cuore il consiglio che ho dato agli sposi con le tre parole: 'permesso, grazie, scusa'. E quando sorge un conflitto, 'mai finire la giornata senza fare la pace'».

Convivenza difficile

«È pur vero che, per alcune coppie – constata ancora Francesco -, la convivenza a cui si sono visti costretti durante la quarantena è stata particolarmente difficile. I problemi che già esistevano si sono aggravati, generando conflitti che in molti casi sono diventati quasi insopportabili». «Tanti hanno persino vissuto la rottura di una relazione in cui si trascinava una crisi che non si è saputo o non si è potuto superare – sottolinea -. Anche a queste persone desidero esprimere la mia vicinanza e il mio affetto».

«A tale proposito – dice ancora il Pontefice -, permettetemi di rivolgere una parola ai giovani che si preparano al matrimonio. Se prima della pandemia per i fidanzati era difficile progettare un futuro essendo arduo trovare un lavoro stabile, adesso l'incertezza lavorativa è ancora più grande». Perciò «invito i fidanzati a non scoraggiarsi, ad avere il 'coraggio creativo' che ebbe san Giuseppe, la cui memoria ho voluto onorare in questo Anno a lui dedicato».

«Non esitate ad appoggiarvi alle vostre famiglie e alle vostre amicizie – aggiunge -, alla comunità ecclesiale, alla parrocchia, per vivere la futura vita coniugale e familiare imparando da coloro che sono già passati per la strada che voi state iniziando a percorrere».

Un pensiero ai nonni

«Prima di concludere – dice ancora il Papa -, desidero inviare un saluto speciale ai nonni e alle nonne che nel periodo di isolamento si sono trovati nell'impossibilità di vedere i nipoti e di stare con loro; alle persone anziane che hanno sofferto in maniera ancora più forte la solitudine». «La famiglia non può fare a meno dei nonni – conclude -, essi sono la memoria vivente dell'umanità, 'questa memoria può aiutare a costruire un mondo più umano, più accogliente'».

SDA