Dal BahreinPapa: «Prendersi cura dei detenuti fa bene a tutti»
SDA
6.11.2022 - 09:58
Il Papa, nell'ultimo incontro pubblico in Bahrein, ha rivolto un pensiero particolare ai detenuti. È importante per i cristiani «prestare loro attenzione, perché là dove ci sono fratelli bisognosi, come i carcerati, c'è Gesù, Gesù ferito in ogni persona che soffre».
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«Tu sai che penso quando vado in carcere: perchè loro e non io? Ma prendersi cura dei detenuti fa bene a tutti, come comunità umana, perché è da come si trattano gli ultimi che si misura la dignità e la speranza di una società», ha aggiunto Papa Francesco.
Bergoglio ha poi rivolto un pensiero particolare al Libano. «Vedendo presenti i fedeli del Libano, assicuro la mia preghiera e vicinanza a quell'amato Paese, così stanco e provato, e a tutti i popoli che soffrono in Medio Oriente», ha detto il Pontefice parlando nella chiesa del Sacro Cuore a Manama.
Rivolgendosi a vescovi, sacerdoti e religiosi della comunità cattolica del Bahrein il Papa ha detto che i cristiani non possono «far finta di non vedere le opere del male, restare nel quieto vivere per non sporcarci le mani. Al contrario, abbiamo ricevuto uno Spirito di profezia per portare alla luce, con la nostra testimonianza di vita, il Vangelo».
«La profezia ci rende capaci di praticare le beatitudini evangeliche nelle situazioni di ogni giorno, cioè di edificare con ferma mitezza quel Regno di Dio nel quale l'amore, la giustizia e la pace si oppongono a ogni forma di egoismo, di violenza e di degrado», ha aggiunto il Papa.
Il Pontefice ha chiesto ai cristiani di non dare spazio ad «egoismo», «divisioni», «liti», «maldicenze» e «chiacchiere». «Le divisioni del mondo, e anche le differenze etniche, culturali e rituali, non possono ferire o compromettere l'unità dello Spirito».
E allora lo Spirito, «sorgente di unità e di fratellanza contro ogni egoismo», ispira «l'unico linguaggio dell'amore, perché i diversi linguaggi umani non restino distanti e incomprensibili; abbatte le barriere della diffidenza e dell'odio, per creare spazi di accoglienza e di dialogo; libera dalla paura e infonde il coraggio di uscire incontro agli altri con la forza disarmata e disarmante della misericordia».