Ha una rara sindrome Per questo uomo tutte le persone hanno l'aspetto di mostri, ecco perché

vab

4.4.2024

Victor Sharrah, del Tennessee, soffre di prosopometamorfopsia (PMO), il termine tecnico per indicare la «Sindrome della faccia da demone».
Victor Sharrah, del Tennessee, soffre di prosopometamorfopsia (PMO), il termine tecnico per indicare la «Sindrome della faccia da demone».
Facebook/Victor J. Sharrah

Quando ha manifestato i primi sintomi, Victor Sharrah voleva essere ricoverato in ospedale. Lo statunitense soffre della rara «Sindrome della faccia da demone», il che significa che tutte le persone che incontra gli sembrano dei mostri.

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Hai fretta? blue News riassume per te

  • Victor Sharrah, dello Stato americano del Tennessee, sa come appare un mondo pieno di mostri.
  • Il camionista soffre infatti della rara «Sindrome della faccia da demone».
  • Dal 2020 vede tutti i volti distorti: per lui le persone fanno sempre delle smorfie e hanno sorrisi malvagi.
  • La prosopometamorfopsia (PMO), come viene chiamata la malattia in gergo tecnico, è ancora poco conosciuta.
  • Le cause esatte non sono chiare. Sharrah si è abituato a questa percezione distorta, ma spera che sparisca da sola.
  • Con il suo aiuto, i ricercatori sono riusciti a creare per la prima volta rappresentazioni visive delle distorsioni facciali legate alla PMO.

Per Victor Sharrah il mondo è pieno di mostri. Dal 2020, l'autista di camion del Tennessee, negli Stati Uniti, soffre della non comune «Sindrome della faccia da demone» - nota in gergo tecnico come prosopometamorfopsia (PMO) - e vede tutti i volti distorti. Attualmente sono noti solo 75 casi al mondo.

Sharrah vede ogni giorno delle smorfie e sorrisi maligni. Per lui le orecchie, il naso e la bocca delle persone sono tirati indietro e ci sono solchi profondi sulla fronte, sulle guance e sul mento. Il suo mondo sembra uscito da un film dell'orrore.

«Il mio primo pensiero è stato quello di essermi svegliato in un mondo di demoni. Ho dato di matto e volevo essere ricoverato», racconta l'uomo, secondo quanto riportato da diversi media.

Nonostante ciò, avrebbe una vista perfetta e ancora oggi è difficile individuare i fattori scatenanti della PMO.

Traumi cranici, ictus, epilessia o emicrania sono spesso citati come possibili cause. In altri casi di PMO, tuttavia, non ci sono evidenti cambiamenti strutturali nel cervello.

I ricercatori ritengono che le cause di questa sindrome siano riconducibili a un'interruzione della rete cerebrale responsabile dell'elaborazione del volto. Ma non è ancora del tutto chiaro cosa scateni esattamente la condizione.

Nel caso di Sharrah, la causa potrebbe essere un trauma cranico oppure un avvelenamento da monossido di carbonio, di cui ha sofferto quattro mesi prima della comparsa dei sintomi. Ma i medici non ne sono per niente sicuri.

Sharrah si è abituato alle facce da demoni

Mentre in alcune persone il PMO si attenua dopo pochi giorni o settimane, in altre la malattia si protrae per anni. Questo è anche il caso di Sharrah.

Nel frattempo, l'americano si è «abituato» a questa condizione, ma spera che alla fine la malattia «sparisca» da sola. L'aspetto insolito è che il camionista percepisce le distorsioni solo quando vede una persona dal vivo, ma non quando guarda delle foto.

Le visioni «sataniche» variano a seconda della persona. Ciò è particolarmente vero in termini di forma degli occhi, dimensioni, colore e posizione dei tratti del viso.

Malattia ancora poco conosciuta

Per i ricercatori del Dartmouth College, nello Stato americano del New Hampshire, Sharrah è un caso davvero curioso. Con il suo aiuto, sono riusciti a creare per la prima volta rappresentazioni visive realistiche delle distorsioni facciali legate al PMO.

Nell'ambito di uno studio, a Sharrah sono state mostrate le foto del volto di una persona che si trovava di fronte a lui nello stesso momento. Questo gli ha permesso di spiegare agli scienziati le differenze che percepiva.

I ricercatori hanno quindi utilizzato un programma di editing delle immagini per modificare le foto in modo che corrispondessero alla descrizione di Sharrah.

Poiché la malattia è ancora poco conosciuta, i ricercatori affermano che alcuni pazienti con cui hanno lavorato in laboratorio hanno «paura di ciò che gli altri pensano», come scrive «NBC News».

Per questo motivo «non lo rivelano a nessuno o a pochissime persone».