Danni enormi Ponte crollato a Baltimora, la chiusura potrebbe costare 15 milioni al giorno

SDA

27.3.2024 - 22:12

Mega-frammenti di acciaio accasciati sulle acque scure e gelate del fiume Patapsco, un nave cargo immobile sotto il peso di centinaia di container e i cadaveri di sei operai uccisi mentre facevano il turno di notte. All'indomani del crollo del Francis Scott Key Bridge a Baltimora, mentre si continuano le ricerche dei dispersi purtroppo quasi certamente morti, si cominciano anche a contare i danni in termini di ricostruzione ma anche dell'impatto che la paralisi di un snodo commerciale così strategico potrà avere a livello globale.

L'amministrazione Biden «farà di tutto per riaprire il porto prima possibile», ha assicurato il segretario ai trasporti Pete Buttigieg lasciando intendere che ci vorranno «anni» per ricostruire il ponte e «mesi» per riaprire il canale. «La ricostruzione non sarà né veloce, né facile, né economica, ma la porteremo a termine», ha garantito in un briefing con la stampa alla Casa Bianca.

Il segretario non si è sbilanciato sui costi ma, secondo gli esperti, si rischia di spendere dieci volte gli oltre 60 milioni di dollari investiti per costruirlo negli anni '70. Il presidente ha assicurato che il governo federale coprirà tutte le spese ed ha chiesto al Congresso di sostenere l'operazione approvando la legge sulle infrastrutture.

Per non parlare delle conseguenze della chiusura di uno dei più importanti hub degli Stati Uniti che causerà perdite equivalenti a 15 milioni di dollari al giorno.

«A seconda della durata del blocco e della natura della copertura per l'interruzione dell'attività nel porto di Baltimora, le perdite assicurate potrebbero ammontare a un valore compreso tra 2 e 4 miliardi di dollari», ha detto Marcos Alvarez, managing director per i rating assicurativi globali presso Morningstar Dbrs. Una cifra che supererebbe il record delle perdite assicurate del disastro della nave da crociera di lusso Costa Concordia nel 2012.

Escluso il sospetto di materiale pericoloso nei container

Quanto al sospetto che in alcuni container ci fosse materiale pericoloso, il vice comandante della Guardia Costiera americana Peter Gautier lo ha escluso. «Non c'è nessun pericolo per la popolazione», ha assicurato il vice ammiraglio, spiegando che «i container della nave Dali che sono finiti in acqua dopo l'impatto con il ponte di Baltimora non contengono materiali pericolosi».

Una squadra d'élite della Guardia Costiera sta comunque esaminando tredici container danneggiati, alcuni dei quali «contenevano materiali per i Centers for Desease Control e materiali pericolosi» secondo una comunicazione informale dell'Agenzia federale per la sicurezza informatica e le infrastrutture di cui la CNN ha preso visione. Secondo la nota, si sta anche valutando la possibile fuoriuscita di oltre «6 milioni di litri di gasolio».

Emergono dettagli sulle vittime

Intanto cominciano ad emergere i dettagli sulle vittime, tutte di origine centro e sudamericana. Si tratta di un cittadino di El Salvador e uno dell'Honduras, padri rispettivamente di tre e due figli ed entrambi negli Stati Uniti da almeno 20 anni, due guatemaltechi e due messicani. Messicano anche uno dei due sopravvissuti.

«Lavoratori che facevano un turno di notte, mentre la maggior parte di noi stava dormendo», ha sottolineato Buttigieg mentre il presidente del Messico Andrés Manuel López Obrador ha voluto ricordare il contributo dei lavoratori migranti all'economia americana. «Svolgono lavori rischiosi nel cuore della notte e per questo motivo non meritano di essere trattati in un certo modo da politici insensibili e irresponsabili», ha attaccato con un chiaro riferimento a Donald Trump.

Sul fronte indagini, invece, gli investigatori della National Transportation Safety Board (Ntsb) hanno recuperato la scatola nera del cargo e hanno iniziato a sentire i membri dell'equipaggio. Quel che certo è che poco prima dello schianto la nave è andata in «blackout totale», ora bisognerà capire perché.