Pubblicato uno studioPresto si potrà individuare la demenza con anni di anticipo?
alu
15.9.2024
Un team di ricerca della Queen Mary University di Londra ha utilizzato l'intelligenza artificiale per sviluppare un modello in grado di rilevare la demenza prima che compaiano i primi sintomi.
alu
15.09.2024, 18:44
Andreas Lunghi
Hai fretta? blue News riassume per te
I ricercatori hanno sviluppato un nuovo modello in grado di rilevare la demenza fino a nove anni prima che venga ufficialmente diagnosticata.
Per lo studio sono state analizzate oltre 1'000 risonanze magnetiche di persone con e senza demenza.
Il modello dovrebbe aiutare a sviluppare trattamenti e a identificare le persone a rischio.
Finora non sono stati sviluppati trattamenti in grado di curare la demenza. Ci sono solo alcune terapie che rallentano la sua progressione.
Per ottenere questo risultato, la malattia deve essere riconosciuta precocemente. Grazie a un nuovo modello sviluppato da ricercatori britannici, questo dovrebbe essere possibile fino a nove anni prima della comparsa dei sintomi.
Esaminate oltre 1'000 risonanze
Per il loro studio, gli scienziati hanno esaminato oltre 1'000 risonanze magnetiche di persone con e senza demenza.
Hanno utilizzato l'intelligenza artificiale per sviluppare un modello che monitora l'attività in determinate aree del cervello e riconosce gli indicatori di una possibile malattia.
Durante lo studio è stata raggiunta una probabilità dell'82%. Nel caso più precoce, è stato possibile riconoscere i segni della demenza nove anni prima della diagnosi ufficiale.
Un modello per aiutare lo sviluppo di trattamenti
Il team guidato dal professor Charles Marshall spera che questo nuovo modello possa migliorare le opzioni terapeutiche.
«Se è possibile prevedere precocemente chi svilupperà la demenza in futuro, potrebbe essere di fondamentale importanza per lo sviluppo di un trattamento», ha dichiarato Marshall nel comunicato stampa della Queen Mary University.
Secondo lui, ad esempio, si potrebbero creare trattamenti che impediscano la perdita di cellule cerebrali, uno dei sintomi della demenza.
Sam Ereira, membro del team di ricerca, aggiunge: «Queste tecniche di analisi possono essere utilizzate per identificare le persone ad alto rischio di demenza e anche per scoprire i fattori di rischio ambientale».
Secondo Ereira, questo potrebbe portare a una migliore comprensione delle interazioni tra ambiente, neurobiologia e malattia sia nella demenza che in altre patologie neurodegenerative.