Nuove frontiere Primo trapianto di un rene modificato di maiale su una donna

SDA

20.10.2021 - 22:03

Immagine d'illustrazione
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AP

Un enorme passo avanti è stato compiuto negli Stati Uniti sul possibile trapianto di organi di origine animale negli esseri umani. Per la prima volta, infatti, è stato trapiantato con successo il rene di un maiale su una donna, aprendo una nuova frontiera in materia.

Secondo quanto riportato dai media statunitensi, la procedura è stata condotta alla New York University Langone Health: per l'esperimento è stato utilizzato un maiale i cui geni erano stati modificati in modo da eliminare nei suoi tessuti una molecola che provocava un rigetto quasi immediato.

A ricevere l'organo è stata una donna in stato di morte cerebrale, tenuta in vita artificialmente, con segni di disfunzione renale, la cui famiglia ha acconsentito all'esperimento prima di staccare le macchine. I team di chirurghi guidati da Robert Montgomery hanno attaccato l'organo ai suoi vasi sanguigni, osservandone il funzionamento al di fuori del corpo per tre giorni.

I risultati dei test sembravano nella norma, ha spiegato Montgomery, sottolineando che l'organo ha prodotto «la quantità di urina che ci si aspetterebbe» da un rene umano trapiantato, e non c'erano prove di rigetto precoce.

Il successo di questo esperimento dovrebbe ora consentire la sperimentazione in pazienti con insufficienza renale allo stadio terminale, e può far sperare in un futuro in cui gli esseri umani non moriranno più per carenza di donatori.

USA: quasi 107.000 persone in attesa di trapianto di organi

Secondo la United Network for Organ Sharing, negli Stati Uniti quasi 107.000 persone sono attualmente in attesa di trapianto di organi, di cui oltre 90.000 in attesa di un rene (i tempi medi in questo ultimo caso vanno dai tre ai cinque anni). I ricercatori hanno lavorato per decenni sulla possibilità di utilizzare organi animali per i trapianti, trovando tuttavia enormi ostacoli su come prevenire il rigetto immediato da parte del corpo umano.

Il team di Montgomery, invece, ha teorizzato che eliminare il gene del maiale per un carboidrato che innesca il rigetto (una molecola di zucchero o glicano chiamata alfa-gal) avrebbe permesso di prevenire il problema. Il maiale geneticamente modificato, soprannominato GalSafe, è stato sviluppato dall'unità Revivicor di United Therapeutics Corp.

Nel dicembre 2020 è stato approvato dalla Food and Drug Administration (Fda) americana per l'uso come alimento per le persone con allergia alla carne e come potenziale fonte di terapie negli esseri umani.

«Dobbiamo saperne di più sulla longevità dell'organo», ha affermato Dorry Segev, professore di chirurgia dei trapianti presso la Johns Hopkins School of Medicine, che non è stato coinvolto nella ricerca. Tuttavia, ha spiegato che «questo è un enorme passo avanti».