Processo FIFA Il Ministero pubblico ricorre contro l'assoluzione di Al-Khelaifi

ro, ats

16.2.2021 - 21:23

Nasser Al-Khelaifi in prima istanza, davanti al Tribunale penale federale, era stato assolto (immagine d'archivio).
Nasser Al-Khelaifi in prima istanza, davanti al Tribunale penale federale, era stato assolto (immagine d'archivio).
Keystone

Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha fatto ricorso contro l'assoluzione in ottobre di Nasser Al-Khelaifi.

Il proprietario dell'emittente Al-Jazeera e di BeIN Media Group, nonché presidente della società calcistica del Paris Saint-Germain, era accusato in una vicenda relativa all'assegnazione dei diritti televisivi per diversi campionati mondiali e altre competizioni della Federazione internazionale di calcio (FIFA). La procura chiede pure di rivedere la sentenza dell'ex segretario generale della FIFA, Jérôme Valcke.

Dopo aver ricevuto la sentenza motivata a gennaio, il MPC «ha presentato una dichiarazione di appello in febbraio». Chiede «modifiche alla sentenza del processo di prima istanza al fine di condannare i tre imputati per i reati contemplati nell'atto d'accusa», ha indicato a Keystone-ATS la stessa procura federale, confermando un'informazione del quotidiano sportivo francese L'Equipe.

La Corte d'appello del Tribunale penale federale (TPF) ha competenza esclusiva sulla direzione del procedimento e sulla comunicazione, ha aggiunto il MPC.

In una dichiarazione inviata all'agenzia di stampa France Presse (Afp), gli avvocati di Al-Khelaifi hanno sottolineato che il loro cliente «è stato totalmente assolto in ottobre, dopo un'indagine esaustiva di quattro anni e un processo approfondito di due settimane, durante il quale l'accusa ha presentato tutti gli elementi e tutte le teorie immaginabili senza provare nulla». Per loro, questo appello costituisce «un'ultima azione disperata dell'accusa».

Durante il processo, celebrato lo scorso settembre al TPF di Bellinzona, Al-Khelaifi e Valcke erano accusati di aver concluso un patto alle spalle della FIFA. La procura aveva chiesto 36 mesi contro Valcke, 28 mesi contro Al-Khelaifi e 30 mesi contro un terzo imputato, un uomo d'affari greco.

«Vantaggi indebiti»

Valcke è stato assolto dalle principali accuse, di corruzione e amministrazione infedele, nel caso dei diritti televisivi per diversi campionati mondiali di calcio. Gli è però stata inflitta una pena pecuniaria sospesa di 120 aliquote giornaliere da 200 franchi per falsità in documenti.

L'ex segretario generale della FIFA, il numero 2 dell'organizzazione, è stato condannato per aver manomesso i conti della sua società al fine di nascondere tre pagamenti per un totale di 1,25 milioni di franchi effettuati dall'uomo d'affari greco. Questi pagamenti erano legati all'assegnazione dei diritti televisivi tra il 2018 e il 2030 per la Grecia e l'Italia.

Secondo il TPF, Valcke «ha ottenuto vantaggi indebiti dai suoi due coimputati». Per la corte, accettando questi vantaggi, ha anche violato i suoi doveri di gestione. Non ha tuttavia adottato un comportamento contrario agli interessi della FIFA. I contratti televisivi conclusi sotto la sua influenza sono stati molto vantaggiosi per la Federazione internazionale: per questa ragione il tribunale ha ritenuto infondata l'accusa di amministrazione infedele nei confronti dei tre imputati.

Villa in Sardegna

I suoi due coimputati sono stati a loro volta assolti. Il primo era accusato di istigazione all'amministrazione infedele aggravata e il secondo di ripetuta istigazione all'amministrazione infedele aggravata e ripetuta corruzione attiva.

Il tribunale ha addebitato ai tre imputati le spese del procedimento e le loro spese legali. Inoltre, Valcke, a titolo di pretese civili, deve pagare alla FIFA 1,25 milioni di euro (1,35 milioni di franchi al cambio attuale) ricevuti dall'uomo d'affari greco e 500'000 franchi anticipati per l'acquisto della lussuosa «Villa Bianca» in Sardegna. Infine, deve pagare 80'000 franchi alla FIFA per le sue spese nel procedimento.

Secondo il MPC, nel 2013 Al-Khelaifi avrebbe promesso a Valcke l'uso esclusivo della villa, acquistata per lui proprio dal qatariota. La «Villa Bianca», del valore di 5 milioni di euro, doveva essere ceduta in piena proprietà al francese dopo due anni, d'intesa tra i due uomini.

In cambio il braccio destro dell'ex presidente della FIFA Sepp Blatter si sarebbe impegnato a fare tutto il possibile affinché Al Jazeera Sports, nel frattempo ribattezzata BeIN Sports, ottenesse i diritti per i Mondiali di calcio del 2026 e del 2030 per il Medio Oriente e il Nord Africa. Concretamente, Valcke era accusato di aver avviato trattative direttamente con il gruppo qatariota, senza pubblicare un bando di gara come previsto dal regolamento della federazione.

L'uomo d'affari greco era da parte sua accusato di aver effettuato tre pagamenti – per il totale già menzionato di 1,25 milioni di euro – a Sportunited, di cui Valcke era azionista unico. Questi versamenti erano destinati a garantire alla società MP & Silva i diritti televisivi per i Mondiali del 2018, 2022, 2026 e 2030 per l'Italia, così come per diverse altre competizioni.

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