Nella loro villa Pugnalati a morte il regista iraniano Dariush Mehrjui e sua moglie

SDA / red

15.10.2023 - 08:41

Il regista iraniano Dariush Mehrjui.
Il regista iraniano Dariush Mehrjui.
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Un famoso regista iraniano, Dariush Mehrjui, 84 anni, e sua moglie, Vahideh Mohammadifar, sono stati accoltellati a morte nella loro villa nel comune di Meshkindasht di Karaj, nella provincia di Alborz, a ovest di Teheran, secondo quanto riferito dai media locali ieri sera.

Keystone-SDA, SDA / red

La polizia è arrivata sul posto allertata dalla figlia di Mehrjui, che ha trovato i corpi. Sui social media circola voce che fossero decapitati, ma non ci sono conferme ufficiali.

Il capo della polizia di Alborz, Hamid Hadavand, ha dichiarato che le prove indicano che l'omicidio è avvenuto ad opera di persone non identificate, con ferite da coltello al collo e in altre parti del corpo.

Prima dell'incidente, Mohammadifar, una scrittrice, aveva scritto sui social media che la coppia era stata minacciata con un coltello da un individuo non iraniano, presumibilmente un cittadino afghano.

La Repubblica islamica aveva vietato alcuni suoi film

Mehrjui, uno dei fondatori della New Wave iraniana dei primi anni '70, ha realizzato film che hanno vinto premi in festival iraniani e internazionali.

La Repubblica islamica ha vietato alcuni dei suoi film, incluso il suo ultimo film nel 2019, «Laminar», che è stato finalmente diffuso sugli schermi, con alcune parti censurate.

Mehrjui aveva detto in un'intervista che l'impatto più forte su di lui, quando era bambino, lo ebbero «Ladri di biciclette» di Vittorio De Sica. Poi «La mucca», 1969, «Il postino», 1972.

Il suo acclamato film «The Cycle», 1974, e il suo documentario francese del 1983 sono stati proiettati con successo in festival cinematografici internazionali, inclusa la Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, e hanno vinto rare recensioni e premi.

Altri suoi film famosi includono «The Pear Tree», «Hamoon», «The Tenants», «Sara», «Pari», «Leila», «Mom's Guest» e «Santouri». Quest'ultimo, che raccontava la vita di un giovane tossicodipendente, non è mai stato autorizzato a essere proiettato.