Secondo le stime, questo «ahuehuete» (a sinistra) potrebbe avere più di 380 anni, il che lo renderebbe l'albero più vecchio della regione.
Nel corso della campagna nella penisola iberica (1807-1814), Napoleone si accampò con le sue truppe nel parco del Retiro («rifugio»), il polmone verde di Madrid. Sembra che all'epoca fu addirittura installato un cannone d'artiglieria sull'«ahuehuete».
Un pannello informativo racconta la storia del cipresso calvo o «ahuehuete».
Vista sull’«ahuehuete», che figura dal 1992 nella lista degli alberi unici e quindi oggetto di particolare protezione nella regione.
Un uomo tiene fra le mani un giovane assiolo comune caduto dalla cima dell'«ahuehuete». Fra i rami protettori dell'albero ha infatti trovato casa una famiglia di assioli comuni.
L’«ahuehuete» è circondato da una recinzione di metallo con punte.
Questo «ahuehuete» piaceva già a Napoleone
Secondo le stime, questo «ahuehuete» (a sinistra) potrebbe avere più di 380 anni, il che lo renderebbe l'albero più vecchio della regione.
Nel corso della campagna nella penisola iberica (1807-1814), Napoleone si accampò con le sue truppe nel parco del Retiro («rifugio»), il polmone verde di Madrid. Sembra che all'epoca fu addirittura installato un cannone d'artiglieria sull'«ahuehuete».
Un pannello informativo racconta la storia del cipresso calvo o «ahuehuete».
Vista sull’«ahuehuete», che figura dal 1992 nella lista degli alberi unici e quindi oggetto di particolare protezione nella regione.
Un uomo tiene fra le mani un giovane assiolo comune caduto dalla cima dell'«ahuehuete». Fra i rami protettori dell'albero ha infatti trovato casa una famiglia di assioli comuni.
L’«ahuehuete» è circondato da una recinzione di metallo con punte.
I madrileni lo hanno soprannominato, in segno di rispetto, il «nonno» fra le migliaia di alberi del parco del Retiro. Questo cipresso calvo del Messico occupa, da secoli, quella che è forse l'area verde più bella della capitale spagnola. Si dice già Napoleone ammirasse l'imponente pianta.
Certi alberi hanno visto moltissime cose. Da decenni, se non addirittura secoli, sono testimoni silenziosi degli eventi mondiali, così come dell'avvicendarsi di imperatori, re e presidenti. Eppure sono ancora in piedi, profondamente radicati con le loro corone verdi, cullati dal corso della storia e inalterati. L’«ahuehuete» del parco del Retiro, a Madrid, ne è un esempio.
Gli esperti lo chiamano «l’abuelo de los árboles». Questa melodiosa allitterazione spagnola significa qualcosa come «il nonno degli alberi». Secondo le stime, questo cipresso calvo messicano potrebbe avere più di 380 anni. Ciò lo renderebbe l'albero più vecchio della città.
Un esemplare unico
Quando si entra dalla via Alfonso XII nel famoso parco che domina il Museo del Prado, è quasi impossibile perdersi l'albero chiamato «Taxodium mucronatum». Quasi solo a sinistra del Parterre, l'imponente cipresso si erge per 25 metri di altezza. Secondo gli ultimi calcoli, la circonferenza del tronco è di circa 6,5 m alla base. Dal 1991 quest'ultima è circondata da una recinzione di metallo con punte.
«Lo scopo è di impedire alla gente di avvicinarsi troppo per abbracciarlo o per appendere qualcosa ai rami poiché ciò indurirebbe il terreno e impedirebbe una respirazione normale alle sue radici», spiega Javier de La Puente Vinuesa, ingegnere forestale e presidente dell'associazione «Gli amici del parco del Retiro».
L'albero ha la forma di un candeliere: numerosi rami spessi si innalzano verso il cielo. «Si tratta di un esemplare unico nel parco e a Madrid», sottolinea l'esperto. Non per nulla l’«ahuehuete» figura dal 1992 sulla lista degli alberi unici e quindi oggetto di particolare protezione nella regione.
Un giardino botanico completato nel 1640
A qualche metro di distanza, un pannello esplicativo racconta la storia di questa rarità botanica madrilena. «Fu piantato nel 1633», si legge. In seguito, apprendiamo che ciò avvenne sotto la dominazione del conte di Olivares, nobile alla corte di Filippo IV. Fra il 1632 e il 1640 il conte fece trasformare i giardini, in onore del re, in un pittoresco sito barocco con un lago artificiale. Tuttavia questa datazione viene spesso contestata, spiega Javier de La Puente Vinuesa.
Secondo gli esperti, è più probabile che i semi siano stati importati verso il 1780 da una delle spedizioni botaniche spagnole in America centrale. Ciò non toglie che il cipresso, che d'inverno si veste di un colore marrone, avrebbe comunque quasi 250 anni.
Durante la sua campagna nella penisola iberica (1807-1814), Napoleone si accampò con le sue truppe nel parco del Retiro («rifugio»), il polmone verde di Madrid: «Si trattava effettivamente del punto culminante di Madrid, circondato da mura e munito di un edificio che poteva servire anche da caserma», spiega Ignacio Bazarra, segretario generale dell'associazione «Gli amici del parco del Retiro».
Una casa per una famiglia di assioli comuni
All'epoca nessuna pianta era al sicuro dai francesi che abbattevano un albero dopo l'altro per incrementare la forza dei soldai in combattimento. Ma l’«ahuehuete» fu risparmiato. Fra i suoi rami sarebbe perfino stato installato un cannone d'artiglieria. Ignacio Bazarra, esperto del parco, non può pronunciarsi con esattezza in merito alla veridicità di questo aneddoto.
Nel frattempo, questo meraviglioso luogo è tornato in salute: oggi abitanti e turisti passeggiano per i suoi pittoreschi sentieri ricoperti da 19'000 alberi, approfittando della loro ombra per trovare refrigerio dalla calura dell'estate spagnola.
L’«ahuehuete» è forse vecchio, ma incarna ugualmente la vita che si rinnova. Fra i suoi rami protettori ha trovato casa una famiglia di assioli comuni, la più piccola specie di gufo in Europa. «Recentemente abbiamo salvato un piccolo che, caduto dall'albero, non riusciva a tornare al nido», racconta Ignacio Bazarra. Gli uccelli dovrebbero poter restare lì per un certo periodo poiché in quanto cipresso calvo messicano, l'esistenza dell'esemplare madrileno non è che agli inizi.
Tuttavia l'habitat in cui si trova non è l'ideale, poiché questa specie vive normalmente in un ambiente subtropicale e ricco di acqua, come il celebre «Árbol del Tule» («albero di Tule») nello Stato messicano di Oaxaca: con il suo tronco di più di 14 metri di diametro, è considerato un gigante incontestato fra i cipressi calvi.
A Madrid, Javier de La Puente Vinuesa cita come ulteriori svantaggi le forti variazioni di temperatura fra estate e inverno, nonché la vicinanza della strada e l'inquinamento ad essa connesso. Tuttavia, l’«ahuehuete» è in perfetta salute e in ottimo stato, secondo l'esperto. «Quest'albero potrebbe vivere più di 1000 anni, se non addirittura 2000. Adesso è nel fiore degli anni e non si tratta di una leggenda.»
Questo hotel con vista mare è in rovina da 20 anni
L'hotel sul mare abbandonato
Anche se è in rovina, il «Hachijo Hot Spring Hotel» offre sempre una splendida visuale sulle falesie dell'isola giapponese di Hachijō-jima, nel Pacifico.
La natura ha trasformato l’hotel in una sorta di giardino botanico.
I pochi vetri rotti facilitano la penetrazione dell'acqua e delle piante.
I sedili davanti al bar dell'hotel sono sempre perfettamente allineati ed ordinati.
Il fotografo olandese Bob Thissen e il suo assistente hanno preso posto in una camera d'hotel ancora ben conservata e si godono la vista.
Più di 20 anni fa, un fallimento ha costretto i gestori dell'hotel all'abbandono.
La piscina, un tempo coperta, è diventata un biotopo per la formazione di una sorta di canneto.
L'isola di Hachijō-jima era un tempo un luogo d'esilio per i criminali.
L'isola vulcanica di 69 chilometri quadrati ospita più di 7200 abitanti.
Non c'è più nessuno che si sieda al tavolo qui.
La scomparsa delle Isole Salomone
La scomparsa delle Isole Salomone
«60 Minutes Australia», versione americana del programma d'informazione americana «60 Minutes», tocca il tema dei cambiamenti climatici nel maggio del 2019. O più precisamente dell'innalzamento del livello dei mari...
... che sta sommergendo delle isole di un arcipelago del Pacifico.
Nello spazio di due decenni, delle piccole isole come queste...
... sono scomparse dalla superficie della Terra. Simon Albert, biologo australiano, osserva le conseguenze dei cambiamenti climatici nella regione da anni.
Lo scienziato di 39 anni (a destra) racconta al reporter che qui aveva fatto un picnic con dei colleghi soltanto 18 mesi fa.
Delle vecchie fotografie americane, come questa di Sogomou, permettono allo stesso modo di comprendere...
... l'ampiezza della perdita di terre registrata ad oggi.
La vista aerea attuale lascia percepire la vecchia forma dell'isola.
Ai giorni nostri, occorre prendere una barca per passare in luoghi dove prima c'era la sabbia.
Delle isole coperte di foresta tropicale affondano nel mare. Questi alberi, vecchi di circa 150 anni secondo Simon Albert, sono dapprima inghiottiti...
... quindi muoiono, il che rende ancor meno protetti i litorali delle isole.
Il reporter spiega che qualche anno fa, questo albero era ancora al centro dell'isola. Ed ora è prossimo ad essere sommerso.
Una casa è sul punto di finire nel mare. Un abitante spiega che la spiaggia cominciava...
... dove oggi si vede la casa. Ed era soltanto un anno fa.
Un'altra isola in pieno naufragio: sulle 33 isole del nord-ovest delle Salomone che Albert ha studiato...
... cinque sono scomparse e sei...
... hanno visto dimezzate le loro superfici. Nel corso degli ultimi 20 anni, secondo lo scienziato, il livello del mare...
... è cresciuto di 15 centimetri. Oltre ai cambiamenti climatici, c'è il vento a spingere le acque nella regione, spiega Albert.
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