Famiglia sterminataRisolto il dramma di Montreux, è stato un suicidio collettivo
SDA
22.3.2023
Il Pubblico Ministero ha emesso un avviso di imminente chiusura nel caso della famiglia che si è lanciata dal balcone del proprio appartamento il 24 marzo 2022 a Montreux (VD). L'indagine penale è arrivata alla conclusione che si tratta di suicidio collettivo premeditato. Il giovane sopravvissuto si è ripreso dalle ferite.
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22.03.2023, 07:55
22.03.2023, 14:23
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Il 20 marzo il procuratore incaricato del fascicolo ha emesso un avviso di archiviazione imminente, ha comunicato martedì la polizia cantonale vodese. È un passo prima dell'emissione di un ordine di classificazione.
Le indagini si sono concentrate sugli esami di medicina legale, la perquisizione dell'appartamento e dell'auto di famiglia, nonché dell'abitazione della sorella gemella della moglie, lo studio dei dati digitali contenuti negli apparecchi della famiglia, nonché le immagini di una telecamera di sorveglianza del Casinò di Montreux. Sono stati interrogati diversi testimoni tra il vicinato, colleghi e familiari residenti all'estero.
Gli elementi raccolti dagli inquirenti della polizia cantonale hanno permesso di stabilire che la famiglia di cinque persone – il padre, la madre, la sua sorella gemella e i due figli minorenni – viveva in autarchia, uscendo solo molto raramente ad eccezione della sorella gemella che andava a lavorare, e non aveva stabilito alcun legame particolare con terzi. I bambini venivano istruiti a casa e praticamente non avevano contatti con l'esterno.
Una famiglia di survivalisti
La famiglia seguiva una dottrina survivalista e cospiratoria. In entrambi gli appartamenti sono stati trovati grandi scorte di generi alimentari, vestiti, medicinali e prodotti per l'igiene, insieme a libri e documenti digitali. Il Covid e lo scoppio della guerra in Ucraina avrebbero avuto un impatto sui familiari, secondo la polizia. Hanno mostrato «diffidenza verso tutto ciò che rappresenta lo Stato, in particolare le scuole e la polizia».
Per quanto riguarda le dinamiche familiari, l'indagine rivela che la madre e la sorella presentavano personalità «dominanti e possessive», in contrasto con un padre «cancellato». «Molto controllanti, avevano una forte presa sui bambini e li facevano credere a un mondo che era loro ostile».
Il figlio è stato educato a casa ed è stato sottoposto al consueto controllo delle autorità cantonali in materia. La madre aveva annunciato la sua partenza all'estero con la figlia nell'agosto 2019, sottraendoli così ai controlli statali, in particolare in materia scolastica. Secondo le indagini e sulla base di elementi legati alle convinzioni religiose della famiglia, aveva preparato, provato e organizzato la sua partenza a «un mondo migliore», senza però aver fissato una data precisa, in attesa di un evento scatenante.
L'elemento scatenante
Non rispondendo deliberatamente alle molteplici richieste delle autorità vodesi volte a verificare il regolare svolgimento della scuola domiciliare del figlio, il padre è finito per essere oggetto di un mandato di cattura prefettizio. L'arrivo degli agenti di polizia per questo motivo è stato il fattore scatenante previsto, conclude l'inchiesta.
Quando gli agenti hanno suonato il campanello dell'appartamento al 7° piano il 24 marzo 2022 intorno alle 6:45, ha avuto luogo un breve scambio orale attraverso la porta, che era chiusa a chiave e ostruita da effetti personali all'interno dell'alloggio, comportamenti che indicavano l'intenzione di barricarsi.
Mentre i poliziotti attendevano, i familiari si sono affacciati al balcone e si sono gettati a turno nel vuoto, in silenzio e secondo un ordine confermato dalle immagini di una telecamera del casinò e da diversi testimoni: la sorella gemella, la madre, la figlia, il figlio, poi il padre, nello spazio di cinque minuti. Solo il figlio è sopravvissuto.
Gli investigatori non hanno immagini o resoconti di testimoni oculari di quanto accaduto sul balcone. Tuttavia, l'assenza di qualsiasi traccia di colluttazione nell'appartamento, nonché la presenza dei due poliziotti dietro la porta chiusa a chiave al momento dei fatti, hanno consentito di escludere l'intervento di terzi. L'inchiesta, inoltre, non ha rivelato alcun collegamento con persone, gruppi o movimenti che possano aver incitato i tre adulti a porre fine alla propria vita portando con loro i due bambini.
Il ragazzo è stato ascoltato
La perizia di medicina legale non rileva alcuna traccia o lesione sui corpi delle vittime, se non quelle relative alla caduta, né alcuna traccia di sostanza chimica negli organismi. Una scala a pioli installata sul balcone, probabilmente utilizzata per scavalcare la ringhiera, nonché l'assenza di grida durante la caduta dei cinque individui avvalorano la tesi, infine ritenuta, del suicidio collettivo.
Il giovane sopravvissuto è stato ascoltato, ma non è in grado di raccontare lo svolgimento dei fatti. È preso a carico dal Servizio di Curatela e Tutela Professionale. Per ragioni legate alla tutela della sua personalità, il Pubblico Ministero chiede la massima moderazione nei confronti di tale minore.