Svezia Stoccolma, 55 feriti e circa 150 arresti a un festival eritreo

SDA

4.8.2023 - 07:25

Il luogo del festival di cultura eritrea attaccato dai contro-manifestanti.
Il luogo del festival di cultura eritrea attaccato dai contro-manifestanti.
Keystone

Ciò che doveva essere una protesta pacifica si è trasformato ieri in una vera e propria guerriglia urbana a Jarva, una periferia di Stoccolma, durante la prima giornata del «Festival Scandinavo della Cultura Eritrea», che si tiene annualmente dal 1990.

4.8.2023 - 07:25

Un gruppo ha ottenuto l'autorizzazione dalla polizia svedese per svolgere una protesta contro gli organizzatori del festival, accusati di aver invitato partecipanti pro-regime eritreo.

Verso le 14:30, tra il migliaio di partecipanti alla protesta, che si è tenuta in un'area transennata a 50 metri dal luogo del festival, è scoppiata la violenza con lanci di pietre e scontri.

Alcuni hanno descritto la scena come «un campo di battaglia», mentre altri hanno detto di non aver «mai visto così tanti poliziotti».

Auto e capannoni incendiati

Il portavoce della polizia di Stoccolma, Daniel Wikdahl, ha ammesso che è stato difficile prevenire i disordini perchè «le risorse che avevamo a disposizione si sono dimostrate insufficienti quando la situazione è degenerata» ha dichiarato all'agenzia di stampa svedese Tt.

Durante i disordini, dieci automobili e diversi capannoni sono stati incendiati.

Ora la situazione è tornata sotto controllo, ma il bilancio è pesante: ci sono stati 52 feriti tra i partecipanti, di cui 8 gravi, e tre poliziotti. Il numero di persone arrestate si aggira tra le 100 e le 200.

L'autostrada E18 è stata chiusa al traffico e i collegamenti di trasporto pubblico nella zona sono stati interrotti.

Gli istigatori venuti dall'estero

I manifestanti sono gruppi di dissidenti contro il regime eritreo provenienti da diversi Paesi, oltre a quelli residenti in Svezia.

Secondo quanto dichiarato dalla polizia, gli scontri sono stati orchestrati da individui provenienti da altri Paesi: «Eravamo preparati a questo e abbiamo anche impedito ad alcuni l'ingresso nel Paese», ha aggiunto il portavoce Wikdahl, ma non è stato sufficiente.

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