EpidemiaSuva: meno lavoro e attività, giù infortuni con pandemia
bt, ats
16.3.2021 - 09:13
Nel 2020 l'arrivo del coronavirus ha fatto calare sia gli infortuni professionali che quelli nel tempo libero.
Keystone-SDA, bt, ats
16.03.2021, 09:13
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È la conclusione a cui giunge l'Istituto nazionale svizzero di assicurazione contro gli infortuni (Suva), secondo cui il motivo è presto detto: con la pandemia si è lavorato di meno e si è ridotto il ventaglio di attività praticabili, il che ha ridotto notevolmente le possibilità di ferirsi.
I casi di infortunio o malattia professionale notificati alla Suva l'anno scorso, indica un comunicato odierno, sono stati 430'286. La diminuzione in confronto al 2019 è ammontata esattamente al 10% ed è da ricondurre alle restrizioni introdotte dalle autorità causa Covid.
Non si notano grandi differenze fra lavoro e tempo libero. Nel primo caso, il numero degli infortuni è sceso del 9,8%, nel secondo del 10,9%. I ferimenti subiti dai disoccupati iscritti alla Suva sono invece aumentati del 4,9%, un dato spiegabile con l'incremento delle persone che hanno perso il proprio impiego per la crisi economica scatenata dal virus.
Andamento segue curva epidemiologica
Nel raffronto annuo, il calo più evidente è stato notato durante il lockdown scattato da metà marzo 2020. Nel periodo primaverile, gli episodi registrati rispetto a dodici mesi prima si sono quasi dimezzati. Una volta superata la prima ondata, tra luglio e settembre gli infortuni sono risaliti a valori simili a quelli del 2019. La seconda ondata, cominciata in ottobre, ha poi comportato una nuova flessione.
Sul fronte degli infortuni professionali, non tutti i settori assicurati dalla Suva sono stati colpiti allo stesso modo dai provvedimenti ordinati. In alcuni rami si è potuto lavorare abbastanza normalmente, mentre in altri le attività sono state bloccate del tutto o quasi dalla pandemia. Esempio lampante è l'aviazione, che mette a referto la contrazione più marcata (-54%).
Bici in controtendenza
Come detto, un andamento simile è emerso dagli infortuni durante il tempo libero. La stagione sciistica 2020 si è chiusa in anticipo, provocando una diminuzione del 22% delle lesioni subite dagli amanti degli sport invernali. Ancora più deciso il calo nel calcio (-37%) e nell'hockey (-42%), a loro volta banditi per un prolungato lasso di tempo.
Tuttavia, il coronavirus ha anche fatto esplodere ad esempio la moda della bicicletta, con conseguente e logico aumento delle cadute. Favorite dal bel tempo fin da aprile, le uscite su due ruote sono diventate più frequenti, facendo crescere del 21% gli infortuni. Discorso simile per attività quali giardinaggio (+15%) e bricolage (+9%).
Calo costi inferiore a quello infortuni
Capitolo costi, la Suva ricorda che, in quanto assicurazione sociale, non deve generare utili e fa in modo che le eccedenze finanziarie finiscano sotto forma di riduzione dei premi ai propri assicurati. In molti settori, la flessione degli infortuni determinerà surplus nell'esercizio 2020 che saranno rimborsati con i premi 2022.
Le analisi iniziali mostrano tuttavia che spese di cura e indennità giornaliere per gli infortuni occorsi nel 2020 sono diminuite in misura meno pronunciata degli stessi ferimenti. Sui costi delle rendite non è possibile fornire indicazioni, dato che esse vengono generalmente corrisposte da tre a cinque anni dopo l'accaduto.
Il fatto che le spese siano scese meno del numero di infortuni significa che i costi medi per caso sono aumentati, ha affermato, citato nella nota, Peter Andermatt, statistico della Suva. La causa non è al momento ancora chiara, ma secondo l'esperto ha per esempio influito l'accentuata riduzione dei ferimenti di minore entità, come quelli patiti negli sport con la palla.