A Ginevra non riprenderà il 28 novembre, ma il 16 aprile il terzo processo dell'ex capo della polizia del Guatemala, Erwin Sperisen. Il rinvio è dovuto alle domande di ricusazione nei confronti della presidente della Camera penale d'appello e di revisione.
"Questo conferma che la presidente, Alessandra Cambi Favre-Bulle, prende sul serio l'ipotesi della sua ricusazione", hanno indicato oggi all'ats Florian Baier e Giorgio Campa, difensori di Erwin Sperisen. Secondo l'ordinanza resa nota venerdì scorso, la Camera penale e di revisione indica che il procedimento conseguente a queste richieste segue il suo corso.
Gli avvocati del binazionale svizzero e guatemalteco hanno depositato due domande di ricusazione, il 27 settembre e il 9 ottobre. Essi denunciano le dichiarazioni fatte dalla presidente della Camera, secondo cui la prospettiva di una condanna di Erwin Sperisen sembrerebbe ancora "verosimile" e che le conclusioni del Tribunale federale (TF) a tale soggetto erano "del tutto simili" alle sue, ha spiegato Baier.
"Come potrebbe un giudice che ha preso una posizione così manifestamente parziale giudicare in merito?" si chiedono gli avvocati. Sperisen e i suoi difensori hanno già cercato di far ricusare una giudice appellandosi fino al TF. Hanno anche tentato a più riprese di ottenere la ricusazione del procuratore ginevrino Yves Bertossa.
Nato nel 1970, Erwin Sperisen ha diretto la polizia nazionale del Guatemala tra il 2004 e il 2007. Rifugiatosi in Svizzera con la famiglia nel 2007, era stato arrestato nell'agosto del 2012 a Ginevra in seguito alle accuse mosse contro di lui da varie associazioni. Nel giugno 2014 è stato condannato all'ergastolo dal Tribunale criminale di Ginevra per aver partecipato all'assassinio di alcuni detenuti in Guatemala tra il 2005 e il 2006. Una pena confermata in appello nel maggio 2015 dalla Corte di Giustizia ginevrina.
Con una sentenza emessa il 29 giugno scorso e pubblicata il 12 luglio, il Tribunale federale ha però accolto in parte il ricorso di Sperisen contro la condanna, essendo giunto alla conclusione che nel procedimento cantonale all'imputato non sono state concesse a sufficienza le garanzie previste dalla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU).
A causa del rinvio di circa sei mesi del terzo processo, gli avvocati depositeranno adesso una domanda di ammorbidimento delle misure che sono state imposte al loro cliente ritenendole "draconiane". Sperisen è agli arresti domiciliari da quando è uscito di prigione a fine settembre e deve portare un braccialetto elettronico. Può uscire di casa per un'ora e trenta minuti la mattina e due ore il pomeriggio.
I suoi difensori vogliono che abbia il diritto di uscire tra le 8.00 e mezzanotte. Ma non contestano l'obbligo che gli è stato prescritto di presentarsi tre volte alla settimana al posto di polizia.
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