Il verdetto Tesla accusata di razzismo: dovrà pagare 3,2 milioni a un dipendente

SDA

4.4.2023 - 15:35

Immagine d'illustrazione
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KEYSTONE/EPA/Filip Singer

Una giuria di San Francisco ha ordinato a Tesla di pagare a un ex dipendente afroamericano quasi 3,2 milioni di dollari per aver chiuso un occhio sui comportamenti razzisti perpetrati nella fabbrica di auto elettriche situata nella Silicon Valley.

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Il verdetto del nuovo processo è stato una sorta di vittoria per Tesla, che era stata condannata a pagare al lavoratore, Owen Diaz, 137 milioni di dollari, nell'ottobre 2021. Un giudice ha successivamente ridotto l'importo in linea con gli standard legali, ma Diaz ha rifiutato l'ammontare dei danni offerti dal giudice a favore di un nuovo processo.

Diaz era un operaio ascensorista presso lo stabilimento Tesla di Fremont, in California, tra giugno 2015 e luglio 2016, e ha detto di essere stato sottoposto ripetutamente ad abusi razzisti e ad un ambiente di lavoro ostile, secondo la sentenza depositata in tribunale.

Nella sua causa, intentata nel 2017, Diaz ha affermato che i dipendenti afroamericani della fabbrica, dove lavorava anche suo figlio, erano abitualmente bersaglio di epiteti razzisti e gesti di disprezzo. Nonostante le denunce rivolte ai supervisori, Tesla non prese alcun provvedimento.

Un vicepresidente delle risorse umane di Tesla ha minimizzato le accuse di abusi razzisti, ma ha riconosciuto che Tesla «non era perfetta» quando Diaz lavorava lì. La società ha anche affermato che da allora la situazione è cambiata in meglio.