Svizzera Aiuto al suicidio di un'86enne sana, Pierre Beck assolto

ns, ats

13.3.2024 - 18:35

Il Tribunale federale (TF) mercoledì in udienza pubblica ha definitivamente assolto Pierre Beck, ex vicepresidente dell'organizzazione di aiuto al suicidio Exit Svizzera romanda. Il medico aveva prescritto pentobarbital a una donna sana di 86 anni che voleva morire insieme al marito gravemente malato. Per il TF non ha violato la Legge federale sugli stupefacenti e sulle sostanze psicotrope (LStup).

Pierre Beck, medico e vicepresidente di Exit Suisse romande, arriva in tribunale per l'apertura del suo appello. 
Pierre Beck, medico e vicepresidente di Exit Suisse romande, arriva in tribunale per l'apertura del suo appello. 
KEYSTONE/Martial Trezzini

Keystone-SDA, ns, ats

I giudici della prima Corte di diritto penale del TF hanno respinto con quattro voti contro uno il ricorso presentato dal ministero pubblico, che contestava l'assoluzione del medico da parte della Camera penale d'appello e di revisione di Ginevra nel febbraio dello scorso anno.

Mercoledì, i giudici di Losanna dovevano di fatto occuparsi di una sola questione, ossia se Beck, oggi in pensione, dovesse essere condannato sulla base della Lstup. La maggioranza ha risposto di no. La corte non ha avuto dubbi sul fatto che l'utilizzazione del pentobarbital rientrasse nel campo d'applicazione della legge.

La presidente della prima Corte di diritto penale ha sottolineato che la norma persegue obiettivi di salute e ordine pubblico. Non è mai stata pensata per regolare il suicidio assistito.

Erano stati fatti i passi corretti

Il giudice relatore ha ricordato che prima di consegnare la sostanza letale, l'imputato aveva più volte parlato con la donna per telefono e l'aveva incontrata di persona in due occasioni.

Inoltre, l'anziana aveva ripetutamente espresso il desiderio di morire contemporaneamente al marito in fin di vita. Aveva firmato una dichiarazione in tal senso davanti a un notaio.

Infine, il suo medico di famiglia aveva attestato la sua capacità di discernimento.

La donna si era autosomministrata il farmaco letale. Lei e il marito erano morti insieme il 18 aprile del 2017.

Questione etica

Il tribunale ha riconosciuto che Beck non ha rispettato le regole etiche della sua professione e le direttive dell'Accademia svizzera delle scienze mediche (SAMW/ASSM).

Queste disposizioni consentono al corpo medico di praticare il suicidio assistito solo in caso di morte imminente o di sofferenza intollerabile. La situazione di una persona in buona salute non è contemplata.

Secondo la corte, queste regole etiche e direttive non hanno forza di legge. Non costituiscono una base giuridica sufficiente per pronunciare una sanzione penale.

Astenendosi dal punire il suicidio assistito, se non quando praticato per motivi egoistici, il Consiglio federale e il parlamento hanno consapevolmente lasciato una grande libertà di scegliere come morire, ha sostenuto la maggioranza dei giudici.

«Stupefacenti nella misura ammessa dalla scienza»

Da parte sua, il giudice in minoranza ha sottolineato che, ai sensi della LStup (articolo 11), la prescrizione di pentobarbital è autorizzata solo «nella misura ammessa dalla scienza».

La somministrazione medica della sostanza a una persona sana non è indicata dal punto di vista medico e non ha alcun beneficio terapeutico. Somministrandola, l'imputato ha chiaramente operato al di fuori del quadro legale. Il giudice ha chiesto un'interpretazione rigorosa di questa disposizione, in linea con la giurisprudenza.

Era la seconda volta in tre anni che la prima Corte di diritto penale del TF si riuniva in udienza pubblica in merito a questa vicenda. Nel dicembre 2021, i giudici federali avevano annullato la condanna di Beck per violazione della Legge federale sui medicamenti e i dispositivi medici (LATer), ma avevano chiesto al tribunale d'appello ginevrino di riesaminare il caso sulla base della LStup.

Una prima assoluzione lo scorso anno

Rispettando l'ingiunzione, la Camera penale d'appello e di revisione di Ginevra, nel febbraio dello scorso anno aveva assolto Beck, considerando che il medico non avesse violato la LStup.

I giudici ginevrini erano giunti alla conclusione che «il solo fatto che un medico prescriva il pentobarbital a una persona in buona salute, capace di discernimento e desiderosa di morire, non costituisce un comportamento punibile» ai sensi della LStup.

La corte lemanica aveva anche indicato che il mancato rispetto delle regole della sua professione, stabilite dalla SAMW/ASSM, esponevano l'imputato a sanzioni disciplinari. Il ministero pubblico ginevrino aveva poi fatto ricorso contro la sentenza, ricorso bocciato mercoledì dal TF, che mette fine a una vicenda annosa.

Beck lo rifarebbe

Nel febbraio dello scorso anno Beck ha affermato che avrebbe agito ancora allo stesso modo in un caso simile.

«Se mi trovassi di nuovo di fronte a una donna con una sofferenza intensa e un progetto di suicidio molto concreto, nella fattispecie per defenestrazione, l'aiuterei nuovamente per permetterle una morte dolce, senza pericoli», aveva detto, interrogato dalla radiotelevisione pubblica romanda RTS.

(Sentenza 6B_393/2023 del 13.3.2023)