GiustiziaConfermata la condanna di 12 anni all'autore del «delitto di Küsnacht»
pv, ats
22.12.2023 - 13:07
La condanna a 12 anni di carcere nei confronti del «figlio di galleristi» che a fine dicembre 2014, sotto gli effetti di un potente mix di cocaina e ketamina, uccise un suo amico di 23 anni a Küsnacht, sulla «costa dorata» del lago di Zurigo è stata confermata dal Tribunale federale, che lo ha riconosciuto colpevole di omicidio intenzionale, violenza carnale e coazione sessuale.
pv, ats
22.12.2023, 13:07
SDA
La vicenda risale al mattino del 30 dicembre 2014: l'uomo aveva colpito la sua giovane vittima con diversi oggetti, tra cui un pesante candelabro e una statua d'oro di quasi due chilogrammi, per poi infilargli una candela nella gola e strangolarlo a mani nude.
Il tutto dopo aver consumato ingenti quantità di cocaina e di ketamina, un farmaco anestetico che a determinati dosaggi agisce come un potente psichedelico. In un interrogatorio seguito all'arresto, il giovane disse di avere scambiato l'amico per un alieno verde e di essersi difeso perché si sentiva minacciato.
Dagli atti risulta che quello fu solo l'ultimo episodio di una lunga spirale di violenza: già tre anni prima B., in apparente stato psicotico, aveva aggredito il padre con un bastone nella convinzione che i suoi parenti più stretti fossero diventati degli stregoni. Ricoverato in una clinica psichiatrica gli era invano stato intimato di rinunciare al consumo di droga.
Nel luglio del 2014 B. aveva inoltre cercato di scaraventare la fidanzata fuori da un taxi in corsa e tre mesi più tardi l'aveva stuprata in un hotel di Londra: ciò aveva portato alla condanna per violenza carnale. La giovane donna aveva raccontato di essersi decisa a denunciare l'ex fidanzato soltanto a un anno dai fatti e solo dopo la vicenda di Küsnacht.
Tira e molla tra i tribunali
Nel 2018, l'imputato era stato condannato in primo grado a 12 anni e mezzo di detenzione, ma un anno più tardi la corte d'appello aveva ridotto la pena a 3 anni e ordinato un trattamento psichiatrico stazionario, dopo essere arrivata alla conclusione che l'uomo avrebbe commesso il delitto in una condizione di scemata imputabilità da lui stesso provocata.
Nel 2020 lo stesso tribunale aveva pure assolto l'imputato – soprannominato dalla stampa zurighese il «figlio di galleristi» – dall'accusa di violenza carnale nei confronti della sua ex fidanzata, per i fatti avvenuti a Londra.
Il Tribunale federale aveva tuttavia annullato la sentenza di secondo grado, rimandando il caso davanti al Tribunale cantonale zurighese. Quest'ultimo nel maggio dello scorso anno, dopo aver proceduto a una revisione del processo, aveva pronunciato una condanna a 12 anni di carcere per omicidio intenzionale e violenza carnale.
Sentenza definitiva
In una decisione pubblicata oggi, il Tribunale federale conferma il verdetto del Tribunale cantonale respingendo tutti i reclami del ricorrente. La Corte ha ritenuto che, anche a distanza di otto anni, le testimonianze della ex fidanzata, di quattro suoi amici e del suo terapeuta sono coerenti. Anche se avrebbero potuto giudicare alcuni elementi in modo diverso, i giudici di Zurigo non sono stati arbitrari. La condanna a 12 anni di reclusione è quindi definitiva.