GiustiziaTG: svolta a maxi-processo, teste principale arrestato in aula
ATS
22.1.2018 - 15:38
Svolta nel maxi-processo per l'omicidio di un 53enne svizzero ucciso nel novembre 2010 a Kümmertshausen (TG). Il teste principale dell'accusa, un 39enne curdo della Turchia, è stato arrestato oggi nell'aula del Tribunale distrettuale di Kreuzlingen (TG).
In una prima serie di sentenze, il tribunale ha giudicato il 39enne colpevole di "omicidio con dolo eventuale per omissione". Altri tre coimputati sono invece stati assolti.
Queste prime sentenze sono ancora parziali e concernono soltanto la colpevolezza. La pena sarà fissata in un secondo tempo. Il processo, iniziato un anno fa e per il quale si sono già tenute 42 giornate di udienze, vede imputate in tutto 14 persone.
Il delitto di Kümmertshausen - ossia l'uccisione, avvenuta il 20 novembre 2010 di uno svizzero beneficiario dell'AI - ha portato gli inquirenti sulla pista di un'organizzazione criminale dedita al traffico di migranti e di droga, costituita essenzialmente da curdi di Turchia.
In base all'atto d'accusa, il 53enne svizzero si era rivolto al capo dell'organizzazione criminale, un iracheno oggi 48enne, per chiedere aiuto in favore di un amico arrestato in Grecia per traffico di migranti. L'iracheno promise di fornire un avvocato e proteggere la famiglia dell'amico che viveva nel canton Turgovia, in cambio lo svizzero avrebbe dovuto nascondere 2,5 chili di eroina nella sua casa a Kümmertshausen.
L'amico arrestato in Grecia rimase però in prigione e dopo alcuni mesi l'uomo minacciò di denunciare l'iracheno alla polizia. Il capo dell'organizzazione avrebbe quindi chiesto ai suoi uomini di mettere a tacere l'accusatore e di recuperare la droga.
Il 39enne è stato un informatore della polizia ed ha ammesso di avere accompagnato sul luogo del delitto altri due connazionali. Questi ultimi sono già stati condannati e incarcerati in Turchia. Il 53enne svizzero morì per soffocamento, dopo essere stato legato e imbavagliato.
I giudici del tribunale distrettuale sono arrivati alla conclusione che il 39enne curdo non fece nulla per evitare la morte del 53enne. Per il tribunale, non esiste inoltre nessuna prova che la vittima conservasse nella sua abitazione i 2,5 chili di eroina. Non è peraltro da escludere che nonostante le lunghe indagini non si riuscirà a chiarire fino in fondo ciò che è accaduto.
Il 39enne era già stato condannato in un primo processo e riconosciuto colpevole di complicità in omicidio intenzionale. La sentenza era però stata annullata dal Tribunale federale e i procuratori che avevano istruito quel processo sono stati sostituiti.
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