Elezioni Un ex agente afroamericano sogna di prendersi New York

SDA

20.6.2021 - 18:28

Il 61enne Eric Adams, candidato sindaco nella Grande Mela.
Il 61enne Eric Adams, candidato sindaco nella Grande Mela.
Keystone

Un ex poliziotto (ed ex repubblicano) afroamericano, un imprenditore di origini asiatiche già candidato presidenziale e due ex collaboratrici del sindaco uscente Bill de Blasio.

20.6.2021 - 18:28

Sono i quattro candidati in testa ai sondaggi delle primarie dem di martedì per diventare il primo cittadino di New York, la più grande e iconica città americana, assumendo un incarico che secondo molti è «il secondo più difficile» negli Stati Uniti dopo quello del presidente.

Ed ora lo sarà ancora di più per la sfida, tra moderati e progressisti, di archiviare l'impopolare leadership del democratico De Blasio e guidare la rinascita post pandemica di una metropoli afflitta da crescenti violenze e disuguaglianze.

Il problema della sicurezza risulta quello più sentito dagli elettori, in una città dove quest'anno sono cresciuti omicidi, sparatorie, attacchi d'odio contro ebrei e asiatici, mentre la crisi sanitaria aumentava disoccupati e senzatetto. Non è quindi forse un caso che a guidare i sondaggi (con quasi un quarto dei voti) sia il 61enne Eric Adams, primo presidente afroamericano del distretto di Brooklyn, ex senatore nello Stato di New York ed ex capitano di polizia che ha combattuto gli abusi dei colleghi come leader dei '100 Blacks in Law Enforcement Who Care' e che si è detto lui stesso vittima una volta della brutalità degli agenti.

Da questa posizione si presenta come il candidato meglio attrezzato sia per riformare la polizia (senza toglierle fondi come propongono i progressisti) sia per contrastare l'escalation di violenza. Insomma, un nuovo sindaco-sceriffo dopo Rudy Giuliani, ma di sinistra. Nel caso fosse eletto, diventerebbe il secondo sindaco black della Grande Mela, dopo il democratico David Dinkins, che nel 1990 usò anche lui come trampolino di lancio la presidenza di un distretto (Manhattan).

Ad insidiarlo c'è un outsider senza esperienza amministrativa, con posizioni moderate: Andrew Yang, 46 anni, imprenditore tech con genitori taiwanesi che aveva promesso di dare 1000 dollari a tutti gli americani quando ha corso per la Casa Bianca. Potrebbe diventare il primo sindaco di origini asiatiche ma nelle ultime settimane da frontrunner è scivolato al quarto posto nei sondaggi (tra il 10% e il 15%). In ascesa le due ex collaboratrici di De Blasio, testa a testa (intorno al 16%) per diventare il primo sindaco donna di New York. La prima è Kathryn Garcia, 51 anni, ex assessora ai servizi sanitari della giunta, nominata 'Food Czar' (responsabile dell'emergenza cibo) durante la pandemia.

Si presenta come una tecnocrate esperta, pragmatica e moderata, con l'endorsement del New York Times e del Daily News. L'altra è l'avvocatessa progressista Maya D. Wiley, 57 anni, attivista dei diritti civili, ex consulente (e delfina) di De Blasio. Fa campagna per ridimensionare i fondi alla polizia e investirli nel welfare, puntando sulla lotta alle disuguaglianze. Ha incassato il sostegno di due stelle della sinistra come Alexandria Ocasio-Cortez ed Elizabeth Warren. Se eletta, sarà la prima donna afroamericana a guidare la Grande Mela.

L'altra decina di concorrenti sono comparse ma potrebbero giocare un ruolo nel nuovo e complicato sistema delle primarie, che chiede agli elettori di indicare sino a cinque candidati in ordine di preferenza: a meno che uno non raggiunga la soglia del 50% (scenario improbabile), il candidato che arriva ultimo viene eliminato e i voti dei suoi sostenitori vengono redistribuiti alla loro seconda scelta, e così via, finché non si arriva al quorum. Un metodo che ha spinto ad alleanze tra rivali per scambiarsi le preferenze in cima alla lista e che richiederà giorni per proclamare un chiaro vincitore.

SDA