USAStupro di Polanski a Los Angeles, sarà riaperto il caso?
SDA
14.7.2022 - 08:10
Si apre uno spiraglio nel processo americano al regista Roman Polanski per lo stupro di una tredicenne, 45 anni fa.
Keystone-SDA
14.07.2022, 08:10
14.07.2022, 08:30
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George Gascon, procuratore di Los Angeles, ha annunciato che il suo ufficio non si oppone più alla rivelazione di un documento che potrebbe gettare nuova luce sul caso e portare a un suo riesame.
Si tratta della trascrizione della testimonianza dell'allora viceprocuratore Roger Gunson, secondo cui il giudice dell'epoca Laurence Rittenband si accanì contro il regista premio Oscar per «Il pianista».
In Francia dal 1977
Polannski – 89 anni il prossimo mese d'agosto – al processo del 1977 si dichiarò colpevole concordando una pena minima, ma quando seppe che il giudice aveva confidato ad alcuni amici che avrebbe ignorato l'ammissione di colpevolezza condannandolo a 50 anni, fuggì in Francia – dove come cittadino francese era protetto dall'estradizione.
Il regista non rimise mai più piede negli Stati Uniti per evitare il rischio di essere arrestato, processato e condannato.
Anche la vittima vuole rendere pubblico il documento
A chiedere a lungo il rilascio del documento erano stati Polanski e Samantha Geimer, la vittima dello stupro che risale al 1973, quando la donna aveva 13 anni.
Ora il giudice Gascon ha deciso di rendere pubblico il documento, «dopo attenta considerazione del desiderio della vittima, delle circostanze uniche e straordinarie che portarono alla testimonianza di Gunson e del mio impegno per la trasparenza e la responsabilità di tutti nel sistema giudiziario».
Arrestato nel 2009 a Zurigo
Negli ultimi anni Polanski, che ha ammesso la sua attrazione per le teenager, è stato accusato da almeno altre cinque donne di aggressione sessuale quando erano minorenni, una a soli 10 anni.
Nel 2009, il regista fu arrestato su mandato Usa al festival del film di Zurigo, dove era andato a ricevere un premio alla carriera. Polanski trascorse 77 giorni in carcere e 221 giorni agli arresti domiciliari a Gstaad (BE).
Nel luglio 2010 le autorità elvetiche negarono l'estradizione negli Stati Uniti, revocandogli anche gli arresti domiciliari e il braccialetto elettronico.