Dal confineElisabetta Franchi: «Assumo donne solo over 40», condannata la stilista dal Tribunale di Varese
SDA
5.6.2024 - 20:32
Poco più di due anni fa, durante un evento, la stilista italiana Elisabetta Franchi aveva raccontato che lei per «ricoprire le posizioni 'importanti'» nella sua azienda puntava sugli «uomini» di qualsiasi età o sulle donne ma «solo sopra i quarant'anni».
Keystone-SDA
05.06.2024, 20:32
06.06.2024, 14:44
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Oggi, mercoledì, il Tribunale di Busto Arsizio, in provincia di Varese, ha dichiarato il «carattere discriminatorio» di quelle parole pronunciate dalla stilista Elisabetta Franchi che all'epoca scatenarono polemiche.
E ha condannato la sua società, la Betty Blue Spa, a versare 5.000 euro di risarcimento all'Associazione nazionale lotta alle discriminazioni.
Società che, tra l'altro, dovrà anche «promuovere» corsi interni per «tutti i dipendenti» contro la discriminazione di genere.
Ecco le frasi incriminate
Nel provvedimento della giudice della Sezione lavoro Francesca La Russa vengono riportate le parole usate dalla «amministratrice» di Betty Blue «pubblicamente», durante l'evento «Donne e moda» del 4 maggio del 2022, e ritenute dal Tribunale discriminatorie.
Sulle donne sopra i quarant'anni Franchi diceva, in particolare: «Se dovevano sposarsi, si sono già sposate, se dovevano far figli, li hanno già fatti, se dovevano separarsi hanno fatto anche quello e quindi diciamo che io le prendo che hanno fatto tutti i quattro giri di boa, quindi sono lì belle tranquille con me al mio fianco e lavorano h24, questo è importante».
Quelle frasi, aveva commentato la allora ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, «riflettono la gravità di una situazione che ha tolto dignità alle donne nel lavoro e nelle scelte di vita».
Non è bastata la precisazione della stilista
La stilista bolognese poco dopo, però, aveva chiarito: «C'è stato un grande fraintendimento. L'80% della mia azienda sono quote rosa di cui il 75% giovani donne impiegate, il 5% dirigenti e manager donne».
La giudice ha disposto a carico della società una somma di 5.000 euro «a titolo di risarcimento» a favore dell'associazione contro le discriminazioni, con sede a Busto Arsizio e che aveva presentato il ricorso.
«La condizione della donna, relegata a ruoli aziendali subalterni fino agli 'anta' – avevano scritto gli avvocati – palesa un pregiudizio anagrafico che penalizza irragionevolmente la lavoratrice e risulta inaccettabile in una società moderna che valorizza il lavoro femminile».
Ecco cosa la ditta è costretta a fare in più
Il Tribunale ha condannato la Spa anche alla pubblicazione «a proprie spese», entro 30 giorni, della sentenza su un quotidiano.
In più, con una decisione innovativa, la giudice «ordina» sempre a Betty Blue «di promuovere» un «consapevole abbandono dei pregiudizi di età, genere, carichi e impegni familiari nelle fasi di selezione del personale per le posizioni di vertice».
Ed «entro sei mesi» di adottare «un piano di formazione aziendale sulle politiche» contro la discriminazione, che «preveda la realizzazione di corsi annuali, con l'intervento di esperti, ai quali siano chiamati a partecipare, obbligatoriamente, tutti i dipendenti».
Se la società non attuerà «tali provvedimenti» imposti dal Tribunale, conclude la giudice, dovrà versare 100 euro all'associazione «per ogni giorno di ritardo».