GiustiziaVaud: ricattava per foto nude, condannato
ATS
4.12.2018 - 21:28
Un 33enne è stato condannato martedì a quattro anni di carcere dal Tribunale criminale di Vevey (VD).
Il portoghese, che aveva ricattato due donne contattate su Internet per ottenere foto di loro nude, verrà anche rispedito in patria e non potrà mettere piede in territorio elvetico per otto anni.
L'imputato, riconosciuto colpevole di estorsione qualificata, stupro e coazione sessuale, aveva usato lo stesso modus operandi per le due vittime, provenienti dalla regione dello Chablais. La procura chiedeva sette anni di reclusione e l'espulsione obbligatoria dalla Svizzera per 15 anni.
Il primo caso
La prima ragazza era stata approcciata nell'estate del 2016 su un sito di incontri. Nascosto dietro a un falso profilo, l'allora 31enne, padre di tre bambini, era riuscito a farsi inviare una sua foto svestita. Intimidendo la donna prospettandole la diffusione dell'immagine, era poi stato in grado di farsene spedire diverse altre.
Ma le minacce sono andate oltre: se si fosse rifiutata di andare a letto con lui, l'uomo si sarebbe vendicato trasmettendo gli scatti a molte persone, tra cui la famiglia della donna e i suoi colleghi di lavoro. "Era solo per spaventarla", si è giustificato il cittadino lusitano ieri davanti alla Corte criminale di Vevey.
In totale, fra l'autunno 2016 e l'inizio del 2017, la giovane ha raggiunto l'uomo in un parcheggio di Ollon (VD) almeno a sei riprese: questi la portava in auto nel bosco, dove consumavano un rapporto sessuale. La vittima ha affermato di essere stata consenziente solo nel primo caso, aggiungendo che il suo persecutore si rifiutava di usare il preservativo.
La donna è arrivata perfino a versare 1400 franchi all'imputato fra giugno e luglio 2017, per evitare che questi tappezzasse le strade di Monthey (VS) con le immagini compromettenti. Dopo altri episodi di foto e video consegnati all'oggi 33enne sotto minaccia, la giovane, all'ennesimo tentativo di estorcerle migliaia di franchi, ha infine sporto denuncia.
Una seconda vittima
La seconda donna coinvolta, a sua volta di nazionalità portoghese, aveva conosciuto l'uomo, sempre sotto falsa identità, su Facebook nel settembre 2016. La ragazza, convinta da una foto ritraente un uomo avvenente senza maglietta, che il suo connazionale aveva però trovato in rete, aveva contraccambiato inviandogli suoi nudi.
Come nella precedente situazione, spaventata dalle minacce di divulgazione delle immagini, la donna aveva incontrato l'uomo in un parcheggio, questa volta ad Aigle (VD). I due avevano avuto un rapporto, fatto che nei mesi successivi si era ripetuto. Quando le intimidazioni sono diventate di tipo fisico, la giovane ha sporto denuncia. Il portoghese si trovava però già in carcere per il caso precedente: a oggi sono 15 i mesi che ha già passato in detenzione preventiva.
Ricorsi ancora possibili
Franz Moos, presidente del tribunale, ha ritenuto il rischio di recidiva debole per gli atti di ordine sessuale, ma ha evidenziato la grave colpevolezza, il funzionamento relazionale perverso e l'intelligenza limitata dell'uomo.
Durante il processo, l'imputato ha ammesso gran parte dei fatti. "Mi rendevo conto che stavo facendo qualcosa di grave, ma non credevo che ci sarebbero state conseguenze penali", ha detto, precisando però che le minacce erano proferite unicamente via messaggio, mentre di persona il clima era disteso e c'era rispetto da parte sua.
Un accordo finanziario è stato trovato con le due donne, che riceveranno 13'000 franchi a testa. In più, alla prima, saranno restituiti i 1400 franchi estorti. Entrambe le parti hanno lasciato aperta la possibilità di inoltrare ricorso contro la sentenza.
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