Giustizia VD: scontro treni, chiesta pena pecuniaria con condizionale

ATS

2.11.2017 - 12:23

YVERDON-LES-BAINS (VD)

Il pubblico ministero ha chiesto una pena pecuniaria di 90 aliquote giornaliere con la condizionale per due anni contro il macchinista accusato di aver causato lo scontro fra treni avvenuto il 29 luglio 2013 sulla linea a un solo binario Payerne-Losanna.

Nell'incidente presso la stazione di Granges-Marnand (VD) morì il collega dell'altro convoglio e rimasero ferite 26 persone.

Il 58enne macchinista vodese, che non aveva rispettato un segnale rosso di stop, deve rispondere di omicidio colposo e lesioni personali colpose. Il processo davanti al Tribunale correzionale della Broye e del Nord vodese avrebbe dovuto tenersi già a fine maggio, ma l'imputato non si era presentato per asseriti problemi psichici. Oggi a Yverdon-les-Bains (VD) era invece in aula.

"Ho guardato davanti a me e ho visto un disco verde (...). Ho visto la posizione del verde prima di partire", ha ripetuto l'imputato, che lavora ancora per le FFS ma è stato relegato in un ufficio. Il presidente del tribunale gli ha ribattuto che il segnale era rosso e ha detto al macchinista: "Lei non è daltonico". Ma lui ha insistito: "Se avessi visto il rosso non sarei partito".

L'imputato ha ripetuto anche che ignorava di dover incrociare con l'altro treno a Granges-Marnand e che il suo convoglio già aveva due minuti di ritardo. "Avevo una sola priorità, minimizzare questo ritardo o per lo meno non accentuarlo".

Solo quando ha visto l'altro treno venirgli incontro ha preso coscienza del pericolo, ha aggiunto. Ha allora azionato il freno d'emergenza e si è alzato per allontanarsi dalla parte anteriore, il tutto nel giro di due o tre secondi. "Lo scontro è avvenuto che ero in piedi, la mano sulla maniglia della porta che dà sul compartimento del bagagliaio", ha indicato l'imputato.

Davanti alla corte l'imputato e diversi macchinisti d'esperienza chiamati a testimoniare hanno insistito sulla pressione cui sono sottoposti in caso di ritardi.

Il procuratore Stephan Johner ha definito la pena chiesta "relativamente ragionevole". Bruciare un semaforo rosso "può succedere a tutti", ha detto. Rimane il fatto che "le conseguenze sono drammatiche". Dal canto suo, la legale del ferroviere Tiphanie Chappuis ha chiesto una pena ridotta sottolineando che a Granges-Marnand il suo assistito era "disperatamente solo": "Non può dare una risposta a quanto successo. E più il tempo passa, più la situazione diventa insopportabile", ha affermato.

Il 29 luglio 2013, un treno regionale che circolava da Payerne in direzione di Losanna si era scontrato con un RegioExpress proveniente dalla direzione opposta 332 metri dopo la stazione di Granges-Marnand (VD), dove i due treni avrebbero dovuto incrociarsi. Nell'incidente aveva perso la vita il 24enne macchinista francese del secondo convoglio, mentre 26 dei 45 passeggeri erano rimasti feriti, sei dei quali in modo grave.

Nel rapporto pubblicato il primo luglio 2014 il Servizio d'inchiesta svizzero sugli infortuni (SISI) ha rilevato che il macchinista del treno regionale era ripartito dalla stazione senza rispettare il segnale di stop. L'assenza di equipaggiamenti di sicurezza moderni (ZUB) aveva contribuito all'incidente presso una stazione nella quale il doppio controllo della partenza dei treni non era più praticato.

Sulla base di questo rapporto i famigliari del macchinista rimasto ucciso hanno presentato una denuncia per omicidio colposo anche contro le FFS. Nel novembre 2016 il Ministero pubblico vodese ha però scagionato da qualsiasi responsabilità penale le Ferrovie federali o suoi dipendenti, incriminando soltanto il macchinista distratto. In aula il procuratore Johner ha ribadito che le FFS hanno rispettato l'integralità delle norme.

Dopo l'incidente alla stazione di Granges-Marnand è stato in un primo momento reintrodotto il principio del doppio controllo. Dall'aprile 2016 è in funzione anche il sistema ZUB.

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