VaudPronunciate le prime sentenze contro gli attivisti della collina di Mormont
fc, ats
24.1.2022 - 16:09
Prime sentenze nei processi che hanno visto imputati gli attivisti della collina di Mormont (VD), che un anno fa avevano protestato contro l'espansione di una cava appartenente a Holcim.
fc, ats
24.01.2022, 16:09
24.01.2022, 20:57
SDA
I cosiddetti «zadisti» – ossia gli occupanti della ZAD (zone à défendre, zona da difendere), sfollati a fine marzo 2021 dalla polizia – erano accusati di violazione di domicilio, impedimento di atti dell'autorità e disobbedienza a decisioni dell'autorità. Alcuni dovevano anche rispondere di violenza o minaccia contro le autorità e i funzionari.
Nei vari decreti d'accusa emessi poco dopo l'evacuazione della collina, il Ministero pubblico vodese rimproverava agli attivisti di aver occupato abusivamente il sito, di proprietà del produttore di cemento Holcim, e di aver resistito alle forze dell'ordine durante il loro intervento. Contro i decreti d'accusa, che prevedevano anche pene detentive da due a sei mesi a seconda dei casi, gli «zadisti» hanno inoltrato ricorso.
Il collettivo di avvocati formatosi a difesa degli attivisti ha in particolare criticato la severità delle sanzioni previste dal Ministero pubblico. Soprattutto considerato che Holcim ha ritirato la denuncia.
Questo punto è stato sollevato anche dai giudici del tribunale che hanno scartato il reato di violazione di domicilio proprio perché la multinazionale del cemento ha ritirato la denuncia. Anche il reato di disobbedienza a decisioni dell'autorità non è stato preso in considerazione.
La maggioranza degli «zadisti» è stata così riconosciuta colpevole di impedimento di atti dell'autorità. Il tribunale ha ritenuto che gli attivisti avevano ostacolato il lavoro della polizia durante l'evacuazione del sito, ad esempio aggrappandosi a una corda o rifugiandosi sul tetto di un vecchio edificio.
Contro gli attivisti condannati oggi sono così state inflitte cinque aliquote giornaliere sospese. Il Ministero pubblico chiedeva una pena di due mesi di prigione da scontare, sei contro uno «zadista» accusato, sulla base di tracce del DNA, di aver lanciato proiettili contro le forze dell'ordine. Il processo ha però permesso di accertare che l'interessato quel giorno non si trovava a Mormont. È quindi stato assolto.
Quelli conclusisi oggi sono solo i primi di una lunga serie di processi. Gli attivisti che dovranno passare davanti a un giudice sono infatti una quarantina.