UcrainaWCC: «La guerra è illegale e immotivata, incompatibile con Dio»
SDA
8.9.2022 - 16:42
Il Consiglio mondiale delle Chiese (WCC) considera la guerra in Ucraina «illegale e ingiustificata»: «È incompatibile con la natura stessa e la volontà di Dio per l'umanità ed è contro i nostri principi cristiani ed ecumenici fondamentali».
08.09.2022, 16:42
08.09.2022, 16:49
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Da qui l'appello delle Chiese cristiane di tutto il mondo «ai nostri fratelli e sorelle cristiani e alla leadership delle chiese in Russia e in Ucraina, affinché alzino la loro voce per opporsi alle continue morti, distruzioni, sfollamenti e depredazione del popolo di Ucraina».
Il WCC dedica alla guerra in Ucraina una delle dichiarazioni finali approvate per «consenso» dall'Assemblea Generale, riunita a Karlsruhe, in Germania, dal 31 agosto, e conclusa oggi con la celebrazione del culto finale.
È il raduno cristiano più vasto del movimento ecumenico riunendo 660 delegati di Chiese e oltre 2000 partecipanti da tutte le regioni del mondo attorno al tema «L'amore di Cristo muove il mondo alla riconciliazione e all'unità».
Quasi 14 milioni di persone hanno abbandonato casa propria
Nell'enunciazione approvato, le Chiese ricordano che fino ad oggi ci sono state oltre 13'000 vittime civili ucraine e città come Mariupol rase al suolo. «In questo momento quasi 14 milioni di persone – quasi un terzo dell'intera popolazione ucraina – sono state costrette ad abbandonare le proprie case (secondo l' UNHCR).
Inoltre, ci sono molte segnalazioni di atrocità che possono costituire crimini di guerra e crimini contro l'umanità, inclusa la violenza sessuale e di genere, nonché una vulnerabilità notevolmente accresciuta alla tratta di esseri umani».
Forte preoccupazione viene espressa anche «per i rischi di conseguenze catastrofiche derivanti dai danni causati alla centrale nucleare di Zaporizhzhia dalle attività militari nelle sue vicinanze, nonché per la sicurezza di contenimento nel luogo del disastro di Chernobyl del 1986».
A questo proposito, le Chiese esortano «tutte le parti a ritirarsi e ad astenersi dall'azione militare nelle vicinanze della centrale nucleare di Zaporizhzhia e di altri luoghi simili che potrebbero rischiare minacce inimmaginabili per le generazioni attuali e future».