ZurigoGiornalista di «Republik» assolto dall'accusa di diffamazione
pl, ats
25.4.2023 - 16:03
La libertà di stampa prevale sulla protezione della sfera privata: con questa motivazione un giudice unico ha assolto a Zurigo un giornalista della rivista online «Republik» accusato tra le altre cose di diffamazione nei confronti di un professore dell'ETH.
pl, ats
25.04.2023, 16:03
25.04.2023, 16:16
SDA
In un articolo pubblicato nel 2021, il giornalista aveva citato passaggi del rapporto di una perizia esterna – che il Politecnico federale di Zurigo (ETH) considerava «confidenziale» – su un conflitto fra il professore, la direttrice di un suo istituto e dei dottorandi.
Pur ammettendo che alcune delle frasi dell'articolo avessero un carattere diffamatorio, il giudice del Tribunale distrettuale di Zurigo è arrivato alla conclusione che il fatto di citare in modo selettivo i contenuti di un rapporto è strettamente legato a un giornalismo critico.
13'000 franchi di risarcimento
Per il giudice, né l'ETH né il Ministero pubblico sono del resto riusciti a dimostrare che si trattava di un rapporto «segreto». Per questo il giornalista è stato assolto anche dell'accusa di pubblicazione di deliberazioni ufficiali segrete.
Il giudice ha lasciato cadere pure una presunta violazione alla Legge federale contro la concorrenza sleale, perché – ha spiegato – questa legge si applica agli imprenditori e non ai dipendenti.
In base alla sentenza della prima istanza, contro la quale sono ancora possibili ricorsi, il giornalista di «Republik» avrà inoltre diritto a un risarcimento di 13'000 franchi per le spese legali.
L'accusa chiedeva pena pecuniaria sospesa
Nell'articolo si rimprovera in particolare al professore di aver spiato dei dottorandi e di aver aggredito verbalmente la direttrice di un istituto che dipendeva dalla sua cattedra. Il Ministero pubblico aveva raccolto le lamentele del professore, che si è sentito denigrato, ed ha richiesto per il giornalista una pena pecuniaria di 140 aliquote giornaliere da 120 franchi, sospesa con la condizionale per un periodo di prova di due anni, più una multa di 2'000 franchi.
La perizia esterna era stata commissionata dai responsabili dell'ETH ad un legale in seguito ad una vertenza fra il professore e la direttrice dell'istituto. Precedenti articoli di stampa avevano riferito di ricercatori che accusavano il professore di aver copiato dalla direttrice del suo istituto.
Accuse che erano in seguito venute a cadere con le scuse del professore. Il Ministero pubblico aveva comunque deciso di promuovere l'accusa, argomentando che attraverso quell'articolo il lettore medio ha avuto l'impressione che lo scienziato fosse un «professore plagiatore e non collaborativo» che copriva altri professori con accuse infondate e spiava i dottorandi.