Regno Unito Addio alla Regina, i grandi del mondo s'inchinano, chiusa la camera ardente

SDA

19.9.2022 - 07:45

La Camera ardente con la bara della regina Elisabetta II è stata chiusa al pubblico alle 6h30 (7h30 in Svizzera). La folla interminabile messasi in coda per ore durante cinque giorni e quattro notti per rendere l'ultimo omaggio a Elisabetta II è defluita fino all'alba.

19.9.2022 - 07:45

La cerimonia a Westminster Hall si è formalmente conclusa e le porte sono state chiuse al pubblico in vista dei funerali di Stato. Alle 11 ora locale (le 12.00 in Svizzera) i funerali solenni.

Per cinque giorni, decine di migliaia di persone hanno fatto la fila per ore prima di passare davanti alla bara per l'ultimo saluto. I funerali di Stato si svolgeranno nell'Abbazia di Westminster davanti a circa 2.000 invitati.

La sovrana di una vita, si è accomiatata dalla storia l'8 settembre a 96 anni, 70 dei quali trascorsi sul trono del Regno Unito.

Un Paese che – seppure non senza la cospicua eccezione di chi la monarchia non l'ama – sta sugellando il lungo addio alla figlia di Giorgio VI nel segno del tributo, dell'emozione, del ricordo. E di un silenzio crepuscolare da osservare compatti al rintocco del Big Ben alle otto di sera.

Una donna che ha contribuito a lasciare «un mondo migliore»

L'ora in cui il saluto di popolo a Sua Maestà cede il passo al primo appuntamento collettivo dell'ossequio ufficiale e solenne dei potenti della Terra.

Circa 500 dignitari provenienti da ogni latitudine per onorare una donna che nel 1952 indossò a 26 anni la corona in un pianeta laddove i vertici degli Stati erano ancora occupati tutti da uomini, come ha ricordato la neo regina consorte Camilla.

Una donna che nelle parole del commosso elogio londinese del presidente americano Joe Biden ha contribuito a lasciare dietro di sé «un mondo migliore».

I leader al ricevimento di Buckingham Palace

Dignitari che lunedì chiudono il cerchio delle cerimonie funebri con le grandiose esequie di Stato predisposte nell'abbazia di Westminster, le prime da quelle concesse a Winston Churchill nel 1965 e le più imponenti nella storia contemporanea del globo.

Ma che già nella serata di domenica – nel programma previsto per i leader di più alto rango, come Biden o Sergio Mattarella e anche Ignazio Cassis fra gli altri – sono stati chiamati a partecipare a un tradizionale ricevimento di benvenuto a Buckingham Palace, offerto da Carlo III, nuovo monarca e primogenito di Elisabetta, con Camilla al fianco.

Occasione per scambiare scampoli di memoria, messaggi di condoglianze e sguardi sul futuro. Non senza qualche polemica geopolitica di sfondo. E qualche curiosità sulle fibrillazioni interne alla Royal Family.

Il giallo sull'invito a Harry e Meghan

In testa il giallo sull'invito a Harry e Meghan, dapprima recapitato dal cerimoniale e poi revocato, a dar credito alla stampa, non essendo più i duchi di Sussex membri attivi della dinastia dopo il trasferimento negli Stati Unici.

Un evento nel quale a Carlo, 74 anni e una lunghissima vita pubblica da erede alle spalle, tocca in ogni modo svolgere ora il ruolo di attore principale. Con i vertici politici dell'isola accanto, a iniziare dalla neo premier Tory, Liz Truss, costretta a debuttare sulla scena nel pieno di un passaggio epocale, oltre che di una crisi internazionale e interna sempre più allarmante.

Mentre a far rumore resta l'eco delle polemiche sugli inviti fatti o negati. Da quello confermato alla Cina, nella persona del vicepresidente Wang Qishan, malgrado le proteste sul «genocidio degli uiguri nello Xinjiang» denunciato di recente nero su bianco dal Parlamento britannico.

A quello sparito dal tavolo al principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, imbarazzante alleato del Golfo. E soprattutto a quello rifiutato fin dall'inizio alla Russia di Vladimir Putin: esclusa al pari dei soli Afghanistan, Bielorussia, Birmania, Siria e Venezuela.

Un'esclusione che brucia a Mosca

Un'esclusione, questa, che evidentemente brucia a Mosca, dove la portavoce Maria Zakharova non ha esitato ad accusare Downing Street di aver voluto «strumentalizzare una tragedia nazionale, che ha toccato i cuori di milioni di persone nel mondo per regolare qualche conto contro il nostro Paese». E di agire in modo «profondamente immorale», addirittura «blasfemo» nei confronti della stessa memoria di Elisabetta II.

Toni che stillano irritazione, in un momento nel quale la guerra in Ucraina ha portato le relazioni fra Londra e Mosca a uno stadio da Guerra Fredda, se non peggio.

Mentre a moltiplicare l'effetto dello schiaffo al Cremlino è il trattamento da capo dello Stato riservato dal Regno alla first lady ucraina Olena Zelenska: sfilata a Westminster Hall dinanzi al catafalco reale subito dopo la sosta con segno delle croce di Biden e della moglie Jill; ricevuta con tutti gli onori a palazzo per il banchetto serale; e incontrata a tu per tu prima di tutti da Kate, neo principessa di Galles e consorte dell'erede al trono. Nella cornice di un lutto riflesso nei rituali abiti neri che nella circostanza non sono parsi indossati solo in onore della morte di una regina.

Il Regno sprofonda nel silenzio in onore di Elisabetta

Mentre alle 20:00 ora locale di domenica sera, il Regno Unito è sprofondato in un minuto di silenzio nazionale in memoria della regina dei record.

Il momento di raccoglimento, a coronamento dei quattro giorni di omaggio popolare ininterrotto al feretro alla Westminster Hall di Londra, è stato annunciato dal rintocco del Big Ben e osservato in luoghi pubblichi e privati, per strada e nelle case.

Lo stesso rintocco d'orologio scandirà domani, lunedì, a intervalli regolari i tempi del funerale di Stato della sovrana. Poi segnerà altri 2 minuti di silenzio a margine della sepoltura.

SDA