Albania Il Paese rompe con l'Iran e caccia il personale dell'ambasciata

SDA

7.9.2022 - 21:29

Il primo ministro albanese Edi Rama (foto d'archivio)
Il primo ministro albanese Edi Rama (foto d'archivio)
Keystone

Dopo l'attacco informatico, il contrattacco diplomatico: cala il sipario sui rapporti tra Tirana e Teheran mentre il primo ministro albanese, Edi Rama, annuncia di rompere «con effetto immediato le relazioni diplomatiche con la Repubblica islamica dell'Iran».

Rama ha invitato il personale dell'ambasciata iraniana a lasciare entro 24 ore il Paese balcanico. Il casus belli risale allo scorso 15 luglio, quando il governo di Tirana ha reso noto di essere stato colpito da «un massiccio attacco cibernetico», precisando che il «sofisticato e sincronizzato attacco criminale nemico» era «proveniente dall'estero».

La mossa del governo albanese ha fatto seguito all'indagine che ha visto impegnate l'Fbi, Microsoft e una società Usa di cybersicurezza.

«Aggressione sponsorizzata dall'Iran»

Rama ha dichiarato che quanto successo «non è stato un intervento di gruppi della criminalità organizzata cibernetica, ma un'aggressione statale. E un'approfondita inchiesta ha portato alla luce prove inconfondibili che questa aggressione è stata sponsorizzata dall'Iran, impegnando nell'attacco contro l'Albania quattro gruppi, tra cui uno dei più famigerati del terrorismo cibernetico internazionale, autore di precedenti attacchi anche contro altri Paesi tra i quali Israele e l'Arabia Saudita».

A questo tono hanno fatto eco gli Stati Uniti, che tramite una nota del consigliere per la Sicurezza nazionale americana, Jake Sullivan, hanno condannato fermamente il cyberattacco ai danni dell'Albania, annunciando nuove misure contro azioni che «minacciano la sicurezza di un alleato della Nato e creano un precedente preoccupante per il cyberspazio».

«Danni a infrastrutture critiche»

«La condotta dell'Iran ha ignorato le norme sul comportamento responsabile di uno Stato nel cyberspazio in tempo di pace, che prevedono di non danneggiare le infrastrutture critiche che forniscono servizi al pubblico», commenta inoltre Sullivan nella nota. I cyberattacchi da parte di un Paese che «danneggiano intenzionalmente infrastrutture critiche rappresentano un rischio elevato per la popolazione e possono portare all'escalation e al conflitto», si sottolinea da Washington.