Nelle ultime settimane i soccorritori avevano trovato degli indizi dei bambini nella selva.
I bimbi sono stati trovato dopo 40 giorni passati nella giungla.
I bimbi sono stati portati all'aeroporto militare CATAM di Bogotà.
Ognuno di loro è stato portato in ospedale con un'ambulanza.
Colombia: trovati vivi nella foresta i 4 bimbi a oltre un mese dal crash del loro aereo
Nelle ultime settimane i soccorritori avevano trovato degli indizi dei bambini nella selva.
I bimbi sono stati trovato dopo 40 giorni passati nella giungla.
I bimbi sono stati portati all'aeroporto militare CATAM di Bogotà.
Ognuno di loro è stato portato in ospedale con un'ambulanza.
«Ho fame» e «mamma è morta»: sono le prime parole che i quattro bambini indigeni sopravvissuti 40 giorni nella giungla e scampati a un incidente aereo hanno detto ai loro soccorritori.
La tv colombiana Rtvc ha trasmesso in esclusiva un video del momento in cui la guardia indigena Murui ritrova i fratellini e successivamente quando li consegna alla Forza armata colombiana. Le immagini sono girate con un telefono cellulare.
Nel filmato si vede un indigeno che tiene tra le braccia la piccola Cristin cullandola, mentre la rassicura con una nenia. Gli altri tre fratellini sono in piedi, accanto ai soccorritori, che non smettono di gioire e ringraziare per il ritrovamento.
Ricostruendo il momento dell'incontro alla tv, uno dei membri della squadra di ricerca, Nicolas Ordonez Gomes, ha raccontato: «La figlia maggiore, Lesly, con la piccola in braccio, è corsa verso di me e mi ha detto: 'Ho fame'». «Uno dei due ragazzi era sdraiato. Si è alzato ed ha sussurrato: 'Mia madre è morta''».
Si ricompongono i frammenti dell'avventura
E mentre questi nuovi dettagli del 'miracolo dell'Amazzonia' continuano a commuovere il mondo, si vanno ricomponendo i frammenti dell'avventura incredibile e magica di Lesly, Soleiny, Tien Noriel e Cristin.
In ospedale, i bambini hanno spiegato al nonno Fidencio Valencia e a uno degli zii, Dairo Juvenal Mucutuy, che quando sentivano i soldati scappavano e si nascondevano, perché avevano paura. «Tra la voce registrata» della nonna che veniva diffusa cercando di attrarli, «i cani, le persone che urlavano, si sono spaventati e si sono nascosti nei tronchi degli alberi. Questo hanno fatto: scappavano», ha detto nonno Fidencio parlando alla tv Noticias Caracol.
Ad aiutarli a sopravvivere è stata anche una scorta di farina di manioca che avevano portato in viaggio. Ne avevano tre chili e ne hanno mangiata per giorni, ha ricostruito invece il generale di brigata Pedro Sanchez, comandante del Comando congiunto per le operazioni speciali, che ha guidato i soccorsi.
Hanno vegliato la mamma per quattro giorni
E dai racconti dei bambini è emerso anche che i piccoli hanno vegliato la loro mamma, Magdalena, nella sua agonia per quattro giorni. A rivelare il particolare è stata la maggiore dei quattro, Lesly. «Mi ha detto che la mamma è sopravvissuta quattro giorni», ha commentato il vedovo, Manuel Roque. E prima di morire li ha incoraggiati, «andate. Vedrete chi è vostro papà», ha aggiunto.
La famiglia era in fuga dai dissidenti delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia. Magdalena ed i suoi quattro bambini erano saliti sul Cessna 206 che si è schiantato, per ricongiungersi al marito, parente del governatore della riserva indigena di Puerto Sabalo, allontanatosi ad aprile, dopo aver ricevuto minacce di morte dal fronte Carolina Ramírez.
I criminali, dediti al narcotraffico nei dipartimenti di amazzonici di Caquetá, Putumayo, Meta e Guaviare, sono accusati, tra l'altro, di aver massacrato quattro adolescenti indigeni nell'area di Putumayo il 17 maggio scorso. «Mi stanno cercando per uccidermi. Sono un bersaglio» ha assicurato l'uomo, che ha partecipato, senza mai perdere la speranza, alle ricerche dei suoi figli.