Guerra in UcrainaLa Germania non può ancora fare a meno del gas russo
SDA
4.4.2022 - 19:26
La Germania non può ancora fare a meno del gas russo, e dunque non intende approvare per ora un embargo immediato energetico.
04.04.2022, 19:26
04.04.2022, 19:39
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È quello che ha detto a chiare lettere il ministro delle Finanze Christian Linder a margine dell'Eurogruppo, dopo che il collega Robert Habeck, responsabile dell'Economia e del Clima e vicecancelliere del governo Scholz, aveva ribadito di «lavorare per arrivare al più presto all'autonomia» dagli approvvigionamenti russi. Ogni giorno si fanno passi avanti in questa direzione, ha assicurato, «e si tratta della via giusta per danneggiare Putin». Si punterebbe a una sorta di «embargo de facto», ha spiegato nelle stesse ore il suo sottosegretario.
La linea del temporeggiamento vede però la Germania di nuovo visibilmente sotto pressione, con la Polonia che accusa Berlino di essere responsabile del freno alle sanzioni, proprio all'indomani dello shock provocato dal massacro dei civili di Bucha.
E proprio su quelle immagini la Germania è stata oggetto di nuovi attacchi da Kiev, con il presidente Zelensky che ha invitato Angela Merkel e Nicolas Sarkozy sul posto, per verificare il fallimento delle loro politiche, a partire dalla scelta di porre il veto sull'ingresso alla Nato per l'Ucraina.
Sul punto è arrivata però una secca replica dell'ex cancelliera, che ha chiarito di «riconoscersi nella decisione del 2008», quando a Bucarest Germania e Francia negarono l'ok all'accesso di Kiev nell'Alleanza atlantica. A fare invece un mea culpa sul passato è stato il presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier.
Il sostegno a Nord Stream 2 fu sbagliato, ha ammesso, rammaricandosi pubblicamente: «abbiamo fallito nel tentativo di creare una casa comune europea in cui la Russia fosse coinvolta, e abbiamo fallito nel tentativo di agganciare la Russia a una architettura della sicurezza europea». Parole che arrivano dopo il forte attacco sferrato dall'ambasciatore ucraino a Berlino Andrij Melnyk, il quale lo aveva accusato di ritenere le relazioni con la Russia «qualcosa di sacro» a fronte delle quali la guerra in ucraina «non avrebbe un gran ruolo».