Vertice G7 di Hiroshima Biden apre al disgelo con la Cina, ma avverte Pechino su Taiwan

SDA

21.5.2023 - 21:10

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden parla durante la conferenza stampa finale del vertice dei leader del Gruppo dei Sette (G7) a Hiroshima, in Giappone.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden parla durante la conferenza stampa finale del vertice dei leader del Gruppo dei Sette (G7) a Hiroshima, in Giappone.
EPA

Joe Biden sfodera una cauta apertura verso la Cina e anticipa che i legami tra Washington e Pechino dovrebbero sciogliersi «molto presto», a dispetto di tensioni che hanno deteriorato oltre le attese le relazioni, pur mettendo in guardia da un'azione militare contro Taiwan per cambiare lo status quo.

21.5.2023 - 21:10

Il presidente americano, nella conferenza stampa finale del G7 di Hiroshima, ha ripercorso gli eventi degli ultimi mesi e il punto di svolta del 'balloon-gate'. Ha ricordato i colloqui con il suo omologo cinese Xi Jinping, a margine del vertice del G20 a Bali, in Indonesia, quando era stata definita la ripresa dei contatti ad alto livello, inclusa l'attesa missione a Pechino del segretario di Stato Antony Blinken.

Poi, il pallone spia portò al naufragio generale degli sforzi. Quando gli è stato chiesto perché non fosse operativa una linea rossa pianificata tra Stati Uniti e Cina, Biden ha replicato: «Avete ragione, dovremmo avere una hotline aperta. Alla conferenza di Bali, questo è ciò che il presidente Xi e io avevamo deciso di fare e su cui ci siamo trovati d'accordo. Poi però, questo stupido pallone che trasportava due vagoni merci di equipaggiamento da spionaggio stava sorvolando gli Stati Uniti», ha aggiunto l'inquilino della Casa Bianca. «È stato abbattuto e tutto è cambiato. Penso che vedrete come la situazione inizierà a scongelarsi molto presto».

Che le diplomazie siano in movimento è noto: la recente maratona di quasi 10 ore di colloqui meno di due settimane fa a Vienna, tra il consigliere della sicurezza nazionale Jake Sullivan e il capo della diplomazia del Partito comunista cinese Wang Yi, ha alimentato le ipotesi di un colloquio telefonico Biden-Xi, se non addirittura un incontro di persona.

L'amministrazione Biden ha fatto infuriare la Cina

L'amministrazione Biden ha però fatto infuriare la Cina con una stretta sui microchip avanzati, citando i rischi di uso militare. Il presidente ha difeso queste azioni, all'indomani della nuova postura concordata tra i Sette Grandi nei confronti della Cina tra le contromisure per spuntare la coercizione economica e le «attività di militarizzazione» nell'Indo-Pacifico, motivo di grande preoccupazione.

«Sta costruendo il suo esercito, ed è per questo che ho chiarito, che non sono disposto a commerciare alcuni beni con Pechino. Ora abbiamo l'impegno di tutti i nostri alleati che non lo faranno neanche loro. Ma non è un atto ostile, è solo uno che vuole assicurare che faremo tutto il possibile per mantenere lo status quo».

Come per Taiwan: non c'è alcun cambio in merito alla «politica della 'Unica Cina'. Quello che non accettiamo sono i cambiamenti di status quo con il ricorso alla forza. Noi chiediamo a tutte le parti di risolvere le questioni con mezzi pacifici. Né ci aspettiamo che Taiwan dichiari la sua indipendenza».

Posizione più dura dei Sette sul Dragone

Le sette maggiori nazioni industrializzate del pianeta hanno preso una posizione più dura sul Dragone, parte di un nuovo ribilanciamento delle relazioni. «Non ci separeremo dalla Cina, ma faremo in modo di ridurre i rischi delle nostre relazioni. Le catene di approvvigionamento, ad esempio, dovrebbero essere così diversificate per evitare la dipendenza da un solo Paese».

Nel complesso, ha concluso Biden, «c'è un'unità tra i partner del G7 – in termini di linguaggio e di postura – senza precedenti».

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