Medio Oriente Biden evoca una tregua a Gaza entro lunedì, gelo di Israele

SDA

27.2.2024 - 21:13

I commenti del presidente degli Stati Uniti non hanno trovato sponde né da Hamas né in Israele.
I commenti del presidente degli Stati Uniti non hanno trovato sponde né da Hamas né in Israele.
Keystone

Joe Biden spera che da lunedì prossimo e per il prossimo mese di Ramadan le armi tacciano a Gaza. Ma sia Israele sia Hamas lo hanno gelato: i tempi, hanno fatto capire, non sono quelli.

Il quadro che esce dalle trattative in corso in Qatar, dopo i positivi negoziati di Parigi, appare infatti più complesso per entrambe le parti in causa. «La mia speranza è che ci sia un cessate il fuoco entro lunedì prossimo» a Gaza, ha auspicato Biden, aggiungendo subito dopo in un'intervista alla Nbc che «Israele cesserà le operazioni a Gaza durante il Ramadan».

Uno stop, ha precisato, che farebbe parte delle condizioni previste dall'accordo di cessate il fuoco in fase di negoziazione. «Il Ramadan si avvicina e gli israeliani – ha spiegato il capo della Casa Bianca – hanno concordato di non impegnarsi in attività durante quel periodo, in modo da darci il tempo di liberare tutti gli ostaggi».

Le parti in causa non sembrano interessate

I commenti di Biden non hanno trovato sponde da Hamas o in Israele. Un funzionario della fazione islamica li ha definiti «prematuri» perché non corrispondono alla situazione reale sul terreno e ci sono «ancora grandi lacune da colmare» nell'accordo prima che venga garantito un cessate il fuoco. Dello stesso tenore la risposta di Israele: fonti politiche hanno sottolineato che non si capisce «su cosa si basi l'ottimismo» di Biden. Un'altra fonte ha fatto sapere che lo stesso premier Benyamin Netanyahu è rimasto «sorpreso» dalle affermazioni del presidente americano.

A descrivere la situazione dei negoziati in Qatar è stata una fonte politica israeliana. «Non ci siamo – ha osservato -, i team di Doha continuano a lavorare ma non conosciamo alcun progresso oltre i colloqui di Parigi». Sul possibile punto di caduta che assicuri una tregua e lo scambio degli ostaggi continuano però a circolare molte indiscrezioni. L'ultima parla di una pausa di 40 giorni nei combattimenti e di uno scambio di detenuti palestinesi e ostaggi in rapporto di 10 a uno. Hamas dovrebbe liberare circa 40 ostaggi – compresi donne, persone sotto i 19 anni o con più di 50 e malati – in cambio di circa 400 detenuti palestinesi.

Gaza è disastrata

Al 144esimo giorno di guerra, Israele continua comunque a premere sulla parte sud della Striscia, soprattutto a Khan Yunis, ma anche nel centro di Gaza. In riferimento alla disastrata condizione umanitaria dell'enclave palestinese, Michael Fakhri, relatore speciale dell'Onu per il diritto all'alimentazione, ha accusato lo Stato ebraico di «affamare intenzionalmente» i palestinesi di Gaza. «Privare intenzionalmente le persone del cibo è chiaramente un crimine di guerra», ha spiegato, denunciando che nella Striscia si tratta ora «di una situazione di genocidio».

Proprio sulla situazione alimentare fonti locali a Gaza hanno riferito che un agente della polizia di Hamas è stato ucciso ed altre persone sono state ferite a Rafah in uno scontro a fuoco innescato dall'accusa alle forze dell'ordine di Hamas di essersi appropriate di scorte di aiuti e averle passate a commercianti che poi le rivendono a prezzi gonfiati.

Non si placano poi gli scontri con gli Hezbollah al nord con lo scambio di razzi e raid. I miliziani sciiti, alleati dell'Iran, hanno tuttavia annunciato di esser pronti a cessare il fuoco dal sud del Libano verso Israele in caso di accordo di tregua a Gaza. Lo stesso hanno fatto sapere gli Houthi yemeniti.